Il giudice è accusato di John Dickson Carr, Mondadori 2022.
Una telefonata al centralino. La voce di un uomo in tono basso e disperato “Le Dune. Il cottage di Ireton. Aiuto!” Parole seguite da una detonazione. In effetti l’agente Weems, recatosi sul luogo dopo essere stato contattato dalla centralinista, trova un cadavere a faccia in giù sul pavimento davanti alla scrivania. Ma non si tratta del giudice Ireton, bensì di un giovanotto ucciso da un proiettile penetrato nel lato posteriore dell’orecchio destro. Accanto a lui il telefono finito per terra e il ricevitore, staccato dalla forcella, che emette il ronzio di una linea occupata. Seduto su una poltrona, a pochi metri dal cadavere, proprio il giudice Ireton che impugna una rivoltella!
Caso lampante, anche perché l’ucciso è Anthony Morell, fidanzato e prossimo marito della figlia Constance, con il quale il giudice si era messo d’accordo per una bella ricompensa in denaro se l’avesse lasciata. Ma lui nega di essere l’assassino…
Ad indagare l’ispettore Graham “un uomo alto, rosso in viso e con una espressione cordiale” e “un paio di vivacissimi occhi azzurri.” Sua la ricostruzione precisa degli avvenimenti di quella fatidica sera del 28 aprile alle 20,30 che farà in seguito per cui il colpevole non può che essere il giudice, tra l’altro pieno di “un gusto sadico nell’aggravare la pena comminata suscitando false speranze.” Ma entrerà in scena anche il mastodontico Gideon Fel, folta chioma di capelli grigi, baffoni imponenti, mantellone e cappellaccio a larga tesa, occhiali legati con un nastrino nero, voce tonante spesso “Arconti di Atene!” che abbiamo già visto durante una partita a scacchi proprio con il giudice Ireton beccandosi un bel matto.
E allora il caso non è così semplice come sembrava ma complesso, molto complesso… Chi era veramente Anthony Morell? Perché le voci su di lui sono discordanti e sembra che non avesse certo bisogno di soldi, essendo proprietario di una ditta rispettabile, stando a quel che racconta Jane Tennant, amica di Constance. Il padre, poi, sperava che la figlia sposasse l’avvocato Frederick Barlow, ma questa lo teneva solo come amico.
Caso complesso, dicevo, dove una serie di strani indizi si sommano fra di loro. Butto giù all’impronta: la sabbia rossa trovata nella stanza dell’omicidio da dove proviene? il microfono parzialmente rotto, perché?, quali i nemici dell’ucciso?, e quella strana telefonata?, c’è chi mente, ci sono gli orari da controllare, la particolare vicenda di un barbone, un indizio molto importante che riguarda la ferita di Morell, movimento, paura, groviglio di sentimenti contrastanti, l’ispettore Graham che ricostruisce ancora l’accaduto dal suo punto di vista, e ancora una volta al tavolo da gioco degli scacchi il giudice Ireton contro Fell. Ma la sorpresa finale, in tutti i sensi, è quella che esce proprio dalla bocca del nostro, impareggiabile dottore…
Capolavoro con citazione imprescindibile di Sherlock Holmes.
Per I racconti del giallo abbiamo Lo sguardo di Elide di Maria Rosaria Del Ciello.
La signora Elide è odiata da tutto il condominio per via di Dandy, un barboncino bianco e spelacchiato che abbaia troppo. Chiaro che farà una brutta fine con uno squarcio sul collo e delle piaghe profonde nella zona oculare. Indaga il commissario Elena Bonfanti, separata dal marito e con una figlia non troppo brava a scuola. La morta riceveva molte visite e in una agenda c’è segnata una P. Uhm…caso difficile, troppi ce l’avevano con lei, ma basterà ringraziare la Cheyletiella blakei…
Racconto spruzzato con leggeri tocchi di umorismo. Simpatico.
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