Roberto, con questo libro, il nr. 1/2021 della collana “Dieci”, il lettore compie un viaggio nel mondo delle communities digitali, quelle che davanti ai recenti, drastici cambiamenti di abitudini si pongono come nuovi ambienti lavorativi, di scambio e di conoscenza. Tutto bello e condivisibile, senonché…?
… Senonché come in tutti gli ambienti nuovi e innovativi, all’inizio c’è bisogno di un periodo di “rodaggio” per comprendere appieno la complessità di un sistema che non si conosce se non per sommi capi. Nel caso specifico, lo sfruttamento della trasformazione digitale e delle possibilità offerte dalla tecnologia è messo in atto appunto da una community in cui Vanetti si trova iscritto su invito di una sua vecchia conoscenza.
Il lettore compie questa sorta di inserimento insieme al protagonista, con semplicità e con parole ormai entrate nell’uso comune, e con lui scende pagina dopo pagina nella parte misteriosa e intrigante della vicenda.
Hai iniziato a pensare al romanzo Area riservata già all’indomani della pubblicazione del precedente Asia, ombre e intrighi nella Brescia che conta?
In realtà già da prima, fin dai tempi di “Il silenzio di Ada” in cui scrissi alcuni brani che mi sarebbero tornati utili anni dopo. La pubblicazione successiva di “Asia” aveva generato la maturità di Gianluca Vanetti nella veste di investigatore, ancorché anticonvenzionale. “Area riservata”, pur nella totale novità sia di argomenti che di fatti e intreccio, costituisce in parte la chiusura di una storia rimasta sospesa nel precedente “Asia”, anche se mi piace sottolineare che non parliamo di serialità visto che i miei libri possono essere letti in perfetto disordine di uscita. Grazie a un paziente lavoro di editing, romanzo dopo romanzo riusciamo a dare al lettore sufficienti riferimenti per capire l’origine di ciò che sta leggendo in quel momento.
In questa quarta avventura decidi addirittura di far scoppiare la casa al “povero” Vanetti dando poi vita a un vortice di fatti e misfatti di crescente atmosfera thriller. Il personaggio nato dalla tua penna diventa così ancor più un” investigatore suo malgrado” o subisce una evoluzione interiore?
L’evoluzione interiore di Gianluca Vanetti avviene in effetti altrove, nell’ebook “Mille Miglia 1951”, gratuito e realizzato in accordo con l’editore Homo Scrivens proprio per dare ai lettori un assaggio del protagonista e del suo mondo. In “Area riservata” lo troviamo addirittura alle prese con la ricostruzione della sua amata “Casa sul meteorite”, momento che gli offre più di un’occasione per riflettere, e i lettori con lui, sulla qualità della vita e sull’importanza di dare a ogni momento il giusto peso. Come tutto questo si incastri con le vicende criminali e con l’evoluzione digitale… è la scoperta più bella che si fa leggendo!
Quale rimane, comunque, il suo principale strumento di indagine?
Sensibilità, spirito critico, empatia e capacità di ascolto. Con questi elementi, Vanetti consegna all’investigazione istituzionale, rappresentata ancora dal tenace vice commissario Taglietti e dall’immancabile amico e consulente Gianni Tomaselli, gli elementi utili a rintracciare i cattivi e assicurarli alla giustizia.
Tutto sommato, gli elementi su cui Vanetti indaga sono più immateriali che altro, vertono a comprendere le origini e le ragioni del crimine più che a individuare indizi ed elementi probatori.
Un’ultima domanda… il tuo editore ha detto di te: “è di quegli autori cui non è difficile prevedere un futuro luminoso. Nato nel sottobosco del noir italiano, cui anche la grande editoria ha iniziato da qualche anno ad attingere con sempre maggiore frequenza, più volte premiato e segnalato in concorsi e manifestazioni di genere, ha col tempo affinato gli attrezzi del mestiere e sviluppato una scrittura che crea grande empatia con il lettore”. Se da una parte parli di nuove tecnologie digitali, dall’altra affronti il delicato tema dell’integrazione e del rifiuto. Quale messaggio volevi dare a chi ti legge?
Prima di dare messaggi, la mia intenzione principale è consegnare al lettore qualche ora di svago, se possibile divertendolo. I miei romanzi sono molto asciutti, non spreco pagine ripetendo concetti ridondanti o descrizioni disfunzionali.
Nelle duecento pagine e poco più di “Area riservata” consegno tre elementi di riflessione: integrazione – soprattutto economica – con il delicato tema delle pulsioni sovraniste, tecnologie digitali e infine considerazioni sull’umanità del terzo millennio visibili attraverso gli occhi del protagonista e del suo stile di vita. Cogliendo questi tre aspetti il lettore avrà a disposizione la possibilità di maturare una propria opinione in merito, e io considererò soddisfatta la natura principale della lettura: crescere e viaggiare insieme all’autore.
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