Il filo rosso della morte di Arthur Hall, Mondadori 2021.
Una lettera, una strana lettera che dà il via ad una strana catena di eventi. Con la quale il signor Squire Harcourt Foley chiede aiuto al nostro Sherlock perché perseguitato da un morto. Ovvero, lo sapremo in seguito, da William Lance, che lui stesso ha ucciso in duello, in quanto persecutore della sua bella ragazza promessa sposa Priscilla Todbury.
Allora via, insieme al fidato Watson, a Foley Grange nel Cumberland dove abita lo scrivente insieme al personale di servizio composto dal maggiordomo, la cuoca, due cameriere e il cocchiere. Per farla breve il morto, sepolto in una fossa comune, lo tormenta minacciandolo, sia con le apparizioni che con le lettere. C’è pure un uomo, Nathaniel Barley che può confermare ciò che dice. Incredibile…
Bene, per prima cosa conviene parlare proprio con il suddetto signore che non avrà però vita troppo lunga, perché una grossa corda grezza gli stringerà mortalmente la gola. E al nostro Sherlock viene spedito un messaggio categorico “SIGNOR HOLMES…NON SI IMPICCI.” Ergo l’arrivo di Scotland Yard nella persona dell’ispettore Grey alto, robusto, dagli occhi mobilissimi e dalla mente aperta, pronto a collaborare con il Nostro. Un punto essenziale da chiarire è qualcosa che turba la signorina Priscilla Todbury, che forse nasconde qualcosa del suo passato…
Succedono strane cose a Foley Grange: la droga nel vino del padrone di casa, certi segnali luminosi, agguati, spari, addirittura la casa che va in fiamme. E poi il ritorno a Londra dove Sherlock se la deve vedere, insieme all’ispettore Lestrade, con una banda di truffatori che addirittura fanno sparire dei morti per venderli come oggetti di studio anatomico a scopo didattico. E sfrutta tutti i mezzi a sua disposizione per sconfiggere la banda guidata da una terribile donna conosciuta come la “Feroce”, attraverso l’aiuto degli Irregolari, dell’investigatore Baker, del “Trasformista”, dell’appoggio di Watson e dell’ispettore Lestrade, spesso con l’”espressione arcigna da bulldog”. Tra un’azione e l’altra ogni tanto arriva la signora Hudson con i suoi manicaretti ed un bel caffè bollente a distendere la tensione.
Watson come al solito spesso perplesso di fronte a certi silenzi e improvvise iniziative di Sherlock, ma si becca anche qualche complimento per alcune sue acute osservazioni. Continui travestimenti (non solo di Holmes) e classici telegrammi del Nostro a risolvere certi problemi,
Plot ampio, complesso (aggiungo uno strano sequestro e insolite presenze alla National Gallery di Londra), ricco di intuito, deduzione, suspense brivido, paura, lotta, movimento, scontri pericolosi, trucchi e contro trucchi, con il filo rosso del titolo che collega i diversi episodi.
Per Sotto la lente di Sherlock abbiamo Storie apocrife unite da un fil rouge di Luigi Pachì. Un breve sunto della storia letteraria di Arthur Hall, qualche spunto sul libro e sulla concezione dell’autore nei riguardi di Holmes, per cui bisognerebbe “aderire all’originale il più possibile, se non altro per mostrare rispetto al suo ideatore.”
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