Indagine non autorizzata di Carlo Lucarelli, Mondadori 2020
Riccione 1936. Sulla spiaggia “rannicchiata come un feto, con i capelli neri sparsi sulla sabbia e la sottana sollevata sulle gambe fino a scoprire il sedere nudo, c’era una donna. Si capiva subito, anche senza guardare il sangue incrostato sul viso, che era morta.” Proprio nei pressi di una villa dove sta trascorrendo le vacanze Benito Mussolini! Incredibile, bisogna trovare subito il colpevole di questo stramaledetto delitto di una tale Miranda Rubino, uccisa con un colpo di pistola penetrato in un occhio, più conosciuta come la prostituta Palmira Tabanelli.
E il colpevole viene trovato subito. Trattasi del pappone Oscar Tabanelli, un delinquente abituale e per giunta mezzo socialista. Perfetto come assassino in generale. E perfetto in particolare per il commissario Arenzano che riceve pure le lodi del Duce, ma non per il vicecommissario Marino che ha qualche dubbio intercalato da “Però…Però…Però…” Il vicecommissario Marino, dicevo, che sta passando un momento difficile essendo stato lasciato dalla moglie. Uomo tranquillo, umile, ma anche piuttosto testardo tanto da intraprendere, senza permesso, un’indagine non autorizzata, come da titolo. Che lui, nella vita, era successo fin da piccolo, doveva “far quadrare tutto.” Ma questo, purtroppo, “è un mestiere fatto di cose giuste…le conoscenze giuste, le indagini giuste”, non di puntigli come i suoi, gli viene rinfacciato. E poi Oscar Tabanelli ha confessato. Via, non c’è bisogno…
Un altro ucciso, il Biondo, e l’affare si ingarbuglia. Tra l’altro di mezzo pure pezzi grossi del regime come “Utimperger conte Paolo, detto l’Aureo Fanciullo perché ha la faccina ingenua di un bambino ed è ricco da far schifo.” E che potrebbe essere stato l’amante dell’uccisa. E’ lui l’assassino che veniva ricattato? O la bella moglie Laura? O…Ma tutto deve essere messo a tacere, anche perché si rischia di beccarsi, come minimo, qualche bel cazzottone in faccia. E se si tace, se si omette, pur con una certa rabbia che cova dentro, ci può scappare, invece, anche una bella promozione…
Umorismo, ironia e satira a braccetto insieme ad una analisi spietata del momento storico lungo tutto il racconto. Sui personaggi, in particolare su Marino visto anche nella sua imbranata vita quotidiana di abbandonato, nella ricerca di un nuovo amore e nell’inutile divincolarsi fra le maglie del potere. Sul Fascismo in generale, sui suoi aspetti spregevoli, tronfi e ridicoli come le adunate oceaniche, il Sabato fascista e la serata danzante al Grand Hotel. Con tutto il contorno di furbi untuosi, false amicizie, intrallazzi, spie e cruda violenza. Dove l’Amore cerca, invano, di farsi strada.
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