L’amante di pietra di Stefano Di Marino, Mondadori 2020.
Avendo letto con soddisfazione sia Il palazzo dalle cinque porte che La torre degli Scarlatti, nei quali è presente il solito, ben riuscito protagonista, non ho avuto remore nel beccarmi anche questo.
Dieci anni prima. Villa sul lago. Una ragazza, giovane, bella, elegante. Ha proprio qui un appuntamento con qualcuno che le ha dato le chiavi per entrare. Silenzio, buio, fruscio, un gatto, profumo d’incenso. Statue di pietra posate su piedistalli. Fra cui quella una di una ragazza che ha conosciuto e poi è scomparsa. Ormai è troppo tardi…
Amsterdam, oggi. “Un uomo alto, con i tratti fini, i capelli scuri e lunghi sulle spalle, appena screziati con qualche sfumatura di grigio”, sguardo intenso ed abiti eleganti. Ovvero Bas Salieri, illusionista, mago, “cacciatore di falsi santoni, rivelatore di truffe e inganni ai danni della povera gente”, amante di thriller ed esperto di Taiji, una forma di arte marziale. Alla ricerca, fruttuosa, del manifesto cinematografico La magia nera nei secoli di Demetrio Savini, anno 1998. Praticamente il suo ultimo film horror. Che non piace molto a Zaira, la magnifica brasiliana segretaria di Bas. “E’ orrendo, un sogno di un folle”, la sua lapidaria definizione. Dopodiché una strana telefonata e sparisce, Non si trova più. Che collegamento potrebbe esserci tra Demetrio Savini morto da molti anni, geniale regista incompreso e Zaira che non aveva risposto alla domanda sui loro eventuali rapporti?
Ed ecco la telefonata dell’ispettore Vorbrek. Una ragazza è stata uccisa vicino al canale Singel nello Spui con la gola tagliata, intorno a lei un pentacolo con numerose candele rosse. L’arma, si saprà in seguito, potrebbe essere un Salmaguda originale…Iniziano le indagini della polizia e di Bas. Nella camera di Zaira una stanza segreta, una foto con cinque ragazze tra cui quella assassinata insieme a Demetrio Savini. Sul retro i loro nomi e una frase “Lucille Hubeq, Elisabetta Briggi, Zaira Vargas, Valeska Ramek e Hedelweiss Holmen. Le stelle nere del Maestro.” Tra l’altro Elisabetta Briggi, attricetta ballerina, era sparita nel nulla, classico caso irrisolto per il commissario di allora Francesco Scotti che ne era rimasto ossessionato. Sembra che ci sia di mezzo una setta di adoratori del demonio bruciati vivi dall’Inquisizione nel XIII secolo, i cosiddetti Supplizianti. Qualcuno vuol far credere che siano di ritorno?ù
Le indagini di Bas diventeranno delle vere e proprie peripezie tra una città e l’altra, partendo da Praga per ricercare una ragazza della foto. Qui scopre che si è messa sotto la protezione degli Uomini dagli Occhi di Piombo, nazisti, criminali, dediti a orge che finiscono nel sangue. E qui ci sarà l’incontro con Nieves Scotti, figlia del già citato commissario Scotti, che vuole continuare la ricerca del padre. I due faranno coppia e si aiuteranno a vicenda (classico momento di eros). Si passa poi a Berlino dove Bas è sempre più convinto che esista un motivo grave per quella riunione di donne diverse fra loro dopo tanti anni. Qualcosa che Lucille Hubeq aveva rivelato a Zaira la notte in cui era stata assassinata. Infine ultima meta Torino, l’incontro con l’amico Corrado Arvale che lo aiuta nelle ricerche sulla storia dei Supplizianti e il vicequestore in pensione Sauro Panitta appesantito dall’età e dalla buona cucina, cappotto spigato, cappello di feltro, baffi grigi e mente fina. Via alla ricerca di chi aveva conosciuto e lavorato per Savini, mentre qualcuno vuole rintracciare le ragazze per mettere in scena un rito sacrificale alla prima luna piena. E non c’è molto tempo per salvarle. Siamo davanti alla villa del lago Maggiore. Il cerchio si chiude.
Capitoletti brevi alternati a passaggi più lunghi secondo andamento e importanza: dubbio, assillo, mistero, magia, superstizione, sesso, perversione, paura, pericolo, scontri (con un individuo gigantesco, l’albino) e morte soprattutto per coloro che sono venuti in contatto con Bas. Insomma un’atmosfera che circola brividosa per tutto il racconto insieme a spunti vividi di personaggi, di squarci di città e paesaggio, di luoghi ambigui, interni bui e foschi a mischiare reale e fantastico. Si avverte, da parte dell’autore, la sua passione per la ricerca, lo studio delle fonti per conoscere, capire e rappresentare al meglio un mondo oscuro e spaventoso. In concreto un lavoro complesso sapientemente orchestrato.
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