La misura del tempo di Gianrico Carofiglio, Einaudi 2019.
Bari, febbraio 2014. “Ciao, Guido. Non mi riconosci? Sono Lorenza.” È proprio Lorenza, Lorenza Delle Foglie che si presenta davanti all’avvocato Guido Guerrieri dopo tanto tempo dalla loro relazione. Dopo ventisette anni. Cambiata. Non più bella e affascinante. Ora alta, magra, dai capelli grigi. Un’altra. Il Tempo, il Tempo, uno dei personaggi principali della storia…
Chiede aiuto. Suo figlio Jacopo Cardace è stato condannato ingiustamente di omicidio di primo grado, e l’avvocato Costamagna che lo aveva difeso è morto. Lettura degli incartamenti e della sentenza in cui, però, “si motivava in modo adeguato la condanna che pareva del tutto fondata.” Una brutta gatta da pelare.
Comunque via al lavoro, coadiuvato dalla collega Consuelo (sempre dalla parte delle vittime) e dal duo investigativo Tancredi-Annapaola, quest’ultima la sua fidanzata-non fidanzata molto più giovane. Un aspetto da tenere presente: la difesa di Costamagna, che durante quel periodo non stava bene, è debole e deficitaria. Altro punto da sondare: le polveri da sparo ritrovate sui vestiti del ragazzo spacciatore…
Narrazione in prima persona da un Guerrieri cambiato, un uomo più maturo che ha lasciato da parte perfino le sigarette e cucina meglio di prima (spaghetti all’assassina). Gran parte del libro è dedicata al nuovo processo, agli interrogatori dei testimoni e dell’accusato, agli scontri accusa-difesa, insomma alle sottigliezze dell’una e dell’altra parte dove la verità, quella vera, sembra irraggiungibile. Si mette in rilievo l’importanza e la difficoltà del sistema giudiziario, le soluzioni che vanno trovate di volta in volta attraverso “la capacità di convivere con l’incertezza, con l’opacità del reale.” Come a dire niente è perfettamente sicuro. “Tutto diventa quotidianità, le persone fascicoli e carte.”
Accanto alle indagini e al processo i ricordi dei genitori, i ricordi di se stesso e dei suoi cambiamenti, la storia con Lorenza completamente diversa da lui, sempre pronta a provocarlo, a manipolare i discorsi. Belle, invece, le loro conversazioni sui libri, soprattutto sulle fiabe che fanno capire il lato oscuro dentro di noi. Poi ad un certo punto il distacco improvviso, così, senza un motivo logico.
Qualche momento di relax con Mr. Sacco o al ristorante Il piede di porco di Orazio. Spaghetti con frutti di mare e liquore al finocchietto selvatico per finire, altrimenti all’Osteria del Caffellatte, nonostante il nome una libreria di Ottavio, spunti sul bullismo, chiacchierata con un cliente che cura i problemi esistenziali attraverso la filosofia.
Indagine, ricordi, vita reale ma il lettore è sempre con la mente al rapporto Guido-Lorenza per sapere come finirà, se ci sarà qualcosa di nuovo, di inaspettato. Con il Tempo a muovere le fila della vita. A scorrere lento o veloce secondo le età. A farci cambiare o restare ancora noi stessi.
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