Il tempo dell’odio di Ruth Rendell, Mondadori 2019.
Il primo personaggio che incontriamo è Maxine, la donna delle pulizie della famiglia Wexford dove troviamo l’ex ispettore Reginald, ora in pensione, impegnato nella lettura della Storia della decadenza e caduta dell’impero romano di Edward Gibbon. Da Maxine, tra mille chiacchiere (grande lavoratrice con un solo difetto “Non stava mai zitta), viene a sapere della morte della vicaria di cui lei stessa ha trovato il corpo. Strozzata…E dal sovrintendente di polizia Burden arriva l’invito telefonico di partecipare all’indagine. Subito accettato che stare con le mani in mano lo annoia.
Ma chi era la vicaria? Trattasi di Sarah Hussain, figlia di un irlandese e di un indiano, sacerdote della Chiesa d’Inghilterra a Kingsmarkham nel Sussex, quarantotto anni con la figlia Clarissa, anche se non sposata. Uccisa nella canonica di St. Peter. Odiata per la sua pelle scura e dalla vita difficile, molto difficile. Wexford scoprirà in seguito che era stata addirittura violentata e Clarissa il frutto di quella violenza. Non volle fare denuncia alla polizia ma rivelò ad una sua amica che l’uomo era “giovane, attraente e asiatico”. Al centro del suo pensiero l’amore, che poteva esplicarsi perfino nei matrimoni gay. Una donna divisiva, insomma, anche all’interno della chiesa stessa. C’era, poi, un altro uomo che la corteggiava, che la molestava troppo assiduamente.
Via, dunque, alla ricerca del molestatore (si scoprirà essere l’avvocato Gerald Watson) e dello stupratore con una lunga indagine a ritroso nel tempo attraverso i colloqui con tutti coloro che l’avevano conosciuta. Intanto sembra trovato l’assassino di Sarah nel giardiniere Duncan Crisp. Burden ne è convinto, convintissimo, è lui non c’è dubbio, ma il dubbio viene, invece, a Wexford che andrà avanti da solo: un particolare importante da non farsi sfuggire, un tatuaggio di una santa con l’aureola che può essere utile. Ma dove l’aveva visto? E poi tra i personaggi incontrati chi mente? Chi dice la verità? Alla ricerca di qualcuno che si nasconde sotto falso nome. Ma dove?…
Di fianco all’indagine momenti di vita familiare di Wexford con la moglie Dora, la figlia Silvia ( ne ha anche un’altra attrice teatrale e cinque nipoti) che va ad abitare con Clarissa, la quale si fidanza con suo nipote Robin. Momenti sereni e qualche scontro con i giovani. E squarci di vita sociale dove impera il razzismo e il maschilismo, dove quotidiane sono le violenze domestiche anche psicologiche. Il tempo dell’odio come da titolo. E ben venga una nuova legge a riguardo che aiuti le donne.
Una vicenda ricca di dubbi e incertezze fino alla fine quando arriva un nuovo, impensabile personaggio. Ma Wexford è un uomo solido, tutto d’un pezzo, non si lascerà fuorviare dall’idea che si è già fatta concreta nella sua mente. Tra l’altro ha sempre il suo fedele Gibbon a fargli compagnia.
Per La storia del giallo Mondadori l’ottava puntata Gli anni Cinquanta di Mauro Boncompagni.
A partire da Peter Cheyney, Kenneth Millar, Brett Hallyday e Richard Ellington per finire in bellezza con James Hadley Chase. Bastano i nomi…
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