Chi era Ted Bundy? Theodore Robert Bundy nacque nel novembre 1946, a Burlington. Bello e carismatico, nonché assolutamente insospettabile, si stima che uccise almeno trenta donne fra il 1974 e il 1978. Con un letale mix di fascino e astuzia, attirava in trappola le sue vittime, le rapiva e le sottoponeva a stupri e torture. Per raggiungere i suoi obiettivi era solito cambiare identità, fingendosi a volte un disabile in difficoltà, altre volte un poliziotto… Apportò anche modifiche al suo maggiolino Volkswagen proprio al fine di intrappolarvi dentro le sue vittime e le malcapitate si rendevano conto, quando ormai era troppo tardi, del fatto che allo sportello dal lato del passeggero mancavano la maniglia e la manovella per abbassare il finestrino.
Nel 1974, in seguito ai primi omicidi, quando le autorità incaricate di indagare sui suoi crimini iniziarono ad avvicinarsi all’identità del serial killer, Bundy fuggì da Seattle e si recò nello Utah. È solo l’inizio di una serie di fughe da una parte all’altra degli Stati Uniti per scampare alle indagini dell’FBI.
Nel 1978, dopo essere stato arrestato in Colorado ed essere riuscito a evadere per ben due volte, fu definitivamente catturato in Florida, dove ricevette la bellezza di tre condanne a morte per gli omicidi commessi. Fu una task force, nella quale il capo procuratore Larry Simpson giocò un ruolo fondamentale, ad arrivare alla cattura e alla condanna di Bundy, il quale morì sulla sedia elettrica il 24 gennaio 1989 nella città di Starke, in Florida.
Il suo maggiolino è esposto ancora oggi al National Museum of Crime and Punishment di Washington.
Il titolo originale del film è Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile, ossia “estremamente malvagi, crudeli in maniera scioccante e ripugnanti”: queste furono le parole con cui il giudice Edward Cowart definì gli orribili crimini di Bundy.
La vicenda viene raccontata dal punto di vista di Elizabeth Kloepfer (interpretata da Lily Collins), all’epoca fidanzata di Bundy, la quale ignorava completamente la vera natura del suo compagno e in seguito alla morte di lui scrisse il libro The Phantom Prince: My Life with Ted Bundy, su cui si basa appunto il film di Berlinger.
Nel film troviamo una Kloepfer disperata che, intuendo che proprio il suo compagno era in realtà l’uomo ricercato per una serie di omicidi, decide di denunciarlo alla polizia. Non viene tuttavia creduta, il che permette a Bundy di proseguire con i suoi terribili delitti. In seguito Kloepfer lo denuncerà nuovamente e la sua testimonianza si rivelerà essenziale quando Bundy sarà effettivamente processato.
Un altro personaggio che incontriamo in Ted Bundy – Fascino criminale è Ann Rule, insieme alla quale Bundy lavorò per un certo periodo presso un centro di soccorso anti-suicidi e con la quale strinse una particolare amicizia. La donna credette fino all’ultimo all’innocenza del killer. E non fu la sola! L’affascinante criminale aveva infatti una serie di ammiratrici che lo sostenevano e addirittura lo seguivano in aula durante i processi.
Avendo studiato legge, Bundy ottenne perfino il permesso di difendersi da solo davanti ai giudici e ai suoi accusatori, sfoggiando tutta la sua astuzia e le sue capacità oratorie.
A vestire i panni dello spietato assassino nel film di Berlinger è un inquietante Zack Efron, cui si contrappone il personaggio del capo procuratore Larry Simpson, interpretato da Jim Parsons, che ha così abbandonato la maschera del geniale Sheldon Cooper, protagonista della popolarissima serie The Big Bang Theory.
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