Il nemico alla porta di Ethel Lina White, R.Austin Freeman e Cornell Woolrich, Mondadori 2019.
La vittima è presente di Ethel Lina White
“Quella donna finirà assassinata!” esclama la signorina Pye (Florence), sorella dell’omonimo ispettore. Vista dalla finestra trattasi della attempata zitella Anthea Vine, ricchissima residente a Jamaica Court, proprietaria dei Magazzini Dalia che ha adottato e tiene fortemente sottomessi tre ragazzi: Charles e Francis Ford e Iris Pomeroy. Di mezzo c’è pure il giovane medico Lawrence che attira le sue attenzioni e quelle di Iris. Tutto gira intorno al denaro e al testamento della riccona che può essere cambiato da un momento all’altro a favore di qualcuno.
Anthea vuole comprare anche il negozio di Doris, una delle sorelle di Pyne per aprire un altro albergo a Timberdale. A questo si aggiungono un paio di furti sospetti nella casa della signora Antrobus che in seguito potrebbero avere relazione con il “fattaccio”, ovvero la morte annunciata di Anthea colpita da un oggetto pesante, tra l’altro introvabile, mentre se ne sta per andare a letto. Pyne si trova in difficoltà nelle indagini ma, testardo, non vuole l’ingerenza di Scotland Yard. Un racconto di brevi capitoletti, ricco di dialoghi serrati e pensieri oscuri che serpeggiano all’interno dei personaggi. Al centro, ripeto, il denaro, la paura, l’odio e perfino l’amore che si può trasformare in odio.
La svista del signor Pottermack di R. Austin Freeman
Nel “Prologo” la fuga riuscita di un carcerato. Poi si passa al signor Pottermack che desidera installare una meridiana nel suo giardino. Sui cinquanta, barba ed occhiali, movimenti veloci, sguardo luminoso dietro le lenti, rughe sul volto, capelli spolverati di bianco, orecchio destro con voglia di vino. Sotto di essa un antico pozzo dentro il quale finirà, ucciso da lui stesso, il ricattatore Jeff Lewson che conosce qualcosa di importante sul suo passato. Ma c’è il problema delle orme da cancellare nel giardino, della giacca del morto e dei soldi che sono in essa da far sparire. Come?… E c’è il problema del dottor Thorndike che quando si mette ad indagare sono guai per tutti. Munito di una nuova macchina fotografica, microscopio e periscopio non sfugge nulla al suo sguardo “scientifico”.
Scrittura lenta, minuziosa, precisa, a volte addirittura esasperante nei minimi particolari, tutta tesa a penetrare nell’animo di Pottermack, con i suoi dubbi, le improvvise certezze, incertezze e paure. Un duello tormentato tra lui e il famoso dottore. Verrà smascherato? Subirà la pena o se la caverà in qualche modo?…
Il pomeriggio di un truffatore di Cornell Woolrich
Subito all’inizio “Clip Rogers, conosciuto anche come Rodge lo Speculatore, o come Harry l’Ossesso o…”, insomma siamo di fronte ad un truffatore che ha fregato il classico babbeo. Ora si trova in treno, più precisamente nella toilette del suddetto, quando arriva un “uomo molto corpulento con una faccia piuttosto verde” che se ne va a vomitare all’interno del gabinetto dopo aver lasciato la giacca sopra la sua. Tentazione troppo forte, Clip fruga nella giacca dello sconosciuto e si trova fra le mani un distintivo da poliziotto. Quando scende alla stazione viene scambiato per il famoso ispettore Griswold che deve indagare su un brutale omicidio. Trattasi di una donna uccisa in un hotel e l’unico testimone del delitto è suo figlio, un bambino di sette anni piuttosto particolare. Ce la farà a risolvere il caso? O sarà scoperto?…
Come al solito scelta oculata, oculatissima del curatore Mauro Boncompagni che mette assieme tre prodotti diversi e incomparabili: sospetti in famiglia con “situazioni angoscianti, minacce sinistre e torbide ambiguità”, affondo all’interno dell’assassino in un magico inverted mystery, racconto ingegnoso, imprevedibile e bizzarro.
Buona lettura.
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