Copia originale rappresenta l’adattamento cinematografico delle memorie della biografa (e falsaria) americana Leonore Carol Israel, più conosciuta come Lee Israel e interpretata all’interno del film dall’attrice Melissa McCarthy.
La trama è la seguente: caduta in disgrazia dopo la pubblicazione della sua ultima opera, una biografia della ricca imprenditrice statunitense Estée Lauder, Israel ha un disperato bisogno di soldi. Per sopravvivere decide dunque di contraffare e vendere lettere di personaggi storici.
Quando le sue contraffazioni iniziano a sollevare sospetti e i suoi acquirenti cominciano a diffidare di lei, Isreal ruba lettere autentiche dagli archivi e dalle biblioteche dove un tempo raccoglieva informazioni per i suoi libri. Incarica poi un amico, un ex detenuto, della loro vendita. Ma l’FBI si sta pericolosamente avvicinando alla verità…
La vera Lee Israel nacque nel 1939 a New York. Negli anni ‘60 cominciò a lavorare come scrittrice e giornalista. La sua carriera da biografa ebbe inizio con la biografia dell’attrice Katharine Hepburn, che Israel conobbe nel 1967.
Nel 1983 le venne chiesto dalla Macmillan Publishing di scrivere una biografia non autorizzata sull’imprenditrice Estée Lauder. Secondo quanto raccontato dalla stessa Israel, Lauder le avrebbe più volte offerto del denaro per convincerla ad abbandonare il progetto, ma la scrittrice non si lasciò persuadere, errore di cui si pentì amaramente. Infatti, dovette scrivere il suo libro in fretta perché allo stesso tempo Lauder stava progettando di pubblicare una propria autobiografia, che per molti aspetti si sarebbe discostata dall’opera di Isreal, discreditando quest’ultima.
Cosa accadde? Alla fine Lauder risultò l’unica vincitrice di questo scontro letterario. Le due opere uscirono in contemporanea e la biografia di Israel andò incontro ad aspre critiche, rivelandosi un fallimento sul piano commerciale. Per Israel fu l’inizio della rovina, cui contribuirono i suoi problemi di alcolismo.
Negli anni ‘90, con una carriera da scrittrice ormai distrutta alle spalle, incapace di trovarsi un altro lavoro, Israel iniziò a falsificare lettere di defunti scrittori e attori. La vendita di questi “preziosi” documenti si rivelò una discreta fonte di guadagno, motivo per cui Israel continuò a dedicarsi a tale attività, fino ad arrivare al furto di lettere originali da biblioteche e archivi. Questo business fu però scoperto da due agenti dell’FBI e la sua lucrativa attività cessò bruscamente.
Fu condannata a sei mesi di arresti domiciliari e cinque anni di libertà vigilata. Inoltre, venne bandita dalle biblioteche e dagli archivi, il che le impedì di riprendere la sua più onesta carriera di biografa.
Le sue memorie, pubblicate con il titolo Can You Ever Forgive Me? Memoirs of a Literary Forger, uscirono nel 2008 e portarono la critica a porsi numerosi interrogativi. Innanzitutto, Israel mise in evidenza come, anche dopo che le sue truffe erano ormai divenute note, reputabili rivenditori continuarono ad approfittare delle sue contraffazioni, talvolta vendendole a prezzi molto più alti rispetto a quanto le avevano offerto al momento dell’acquisto. Dunque, se Israel era da considerare colpevole per aver contraffatto e venduto lettere di personaggi famosi, erano forse meno colpevoli di lei coloro che stavano continuando a commerciare quegli stessi documenti? E infine… era giusto che colei che era stata punita per un crimine avesse poi la possibilità di ricavare nuovi profitti grazie al racconto di quello stesso crimine?
Purtroppo non conosceremo mai l’opinione di Israel riguardo alla trasposizione cinematografica della sua autobiografia, poiché la scrittrice è morta a New York nel 2014.
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