Orme sulla sabbia di J.J. Connington, Modadori 2018.
Si parte con Paul Fordingbridge e la sorella Julia in discussione sull’affitto di una tenuta, la grande villa di Foxhills, per procura del nipote Darius che non si fa vedere da tempo (in seguito sarà spiegata la sua storia). Julia afferma di averlo incontrato e riconosciuto, anche se “orribilmente sfigurato” e con la voce “fioca e velata”. Il fratello non ci crede. E subito arriva una telefonata del dottore che annuncia la morte di Peter Hay, domestico e custode della suddetta villa.
Poi si passa a sir Clinton Driffild che “era un acuto e minuzioso osservatore, pur non avendone l’aria, e catalogava accuratamente nella propria memoria le cose e i fatti che più l’avevano colpito, ricordandoli poi a lungo con grande chiarezza.” Sta giocando a golf con l’amico Wendover e Simon Fleetwood, marito di Christine, nipote di Paul. Secondo lei non ha l’aspetto e l’aria di un sovrintendente di polizia e nemmeno di un investigatore come lo è stato in passato. L’ispettore Armadale chiede il suo aiuto per la morte di Peter che, secondo il medico, non è chiara. Clinton accetta ad una condizione, ovvero che Wendover, appassionato di romanzi polizieschi, partecipi alle indagini. Il custode, rinvenuto bocconi a terra davanti alla porta della sua casetta, sembra morto per un colpo apoplettico (soffriva di ipertensione arteriosa), ma c’è qualcosa di poco chiaro: presenta degli strani segni, dei solchi sottili sui polsi. E verranno rilevati altri alle caviglie Perché? Morte naturale o, addirittura, assassinio?…
Iniziano le prime considerazioni di Wendover, di Armadale e Clinton dopo l’esame del corpo e della sua abitazione. Considerazioni accurate, circostanziate, deduttive che portano alle prime conclusioni, tenendo presente alcuni fatti: delle caramelle con un profumo particolare, un sacco abbandonato nel salotto della villa con oggetti d’argento, i volumi del diario del nipote spariti dal suo studio. Un caso complesso “Credo che ci sia sotto ben altro rispetto a quanto non appaia a prima vista” commenta Clinton.
Ed ecco l’arrivo di un altro cadavere, questa volta sulla spiaggia con diverse orme intorno, anche quelle di una donna. Continuano i dubbi, gli assilli, le supposizioni dei tre indagatori con Clinton che guida la danza attraverso decisioni spesso indecifrabili per gli altri e Armadale a fare brutta figura (Wendover proprio non lo sopporta). Altri avvenimenti si susseguono: un ferito, un personaggio che scompare mentre continua l’indagine tra golf e bridge e anche qualche passo di danza. Non manca la frecciatina sui delitti nei libri dove le cose sono ben diverse dalla realtà “ Il delinquente vero è spesso uno sciocco che non vede un palo più in là del suo naso e non sa guardarsi dalle conseguenze delle proprie azioni. Oppure, anche essendo intelligente, al momento buono perde la testa e non sa più quel che combina.” Storie del passato che si intrecciano con il presente, un caso di bigamia involontaria, di mezzo la famiglia Fordinbridge, altra fuga, rapimento e finale assai movimentato con inseguimento e sparatoria. Poi il solito sir Clinton, che ha capito tutto, spiattella la soluzione piuttosto complessa con almeno un punto ancora da chiarire.
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