Per l'iniziativa "Estate 2018: Leggiamo italiano" ho incontrato un autore il cui cuore letterario batte per le ambientazioni storiche.

Per chi non ti conoscesse, chi è Giorgio Simoni e quale cocente passione muove uno scrittore come te?

Se dovessi descrivermi usando un solo aggettivo mi definirei: un tipo abitudinario. Ed essere nato e vissuto in un paesino appoggiato sul tufo delle colline toscane, in provincia di Pisa, dal nome non banale: Pomarance, mi ha aiutato a rimanerlo. La stranezza più evidente, intendo tra le altre che tendiamo a rinnegare, è ammazzare il tempo scrivendo. E sono anche fortunato che il reato non è contemplato da nessun codice penale. Questa perversione mentale mi titilla sin dai primi approcci con i diari scolastici; temporaneamente censurata dal materialismo degli studi da geometra e dal lavoro di tecnico presso una grande azienda elettrica, è rimasta lì a covare sotto la cenere. Messa su famiglia e vissute le belle emozioni condivise con mia moglie e i miei due figli, è riapparsa come un’anomalia del DNA che non puoi curare, ma solo accettare e gestire al meglio. Così, quando leggere le storie altrui ha iniziato a non bastarmi più, ho deciso di scriverne alcune che avevo in testa.

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