La casa delle metamorfosi di Ellery Queen, Mondadori 2017.
Trenton, New Jersey. In una piccola birreria l’incontro tra un “giovanotto alto e snello, con un paio di occhiali a pince-nez appollaiato sul naso” e un altro giovanotto “non meno alto e magro.” Ovvero tra il nostro Ellery Queen e il vecchio amico Bill Angell. Solite frasi di circostanza, poi il colloquio verte su Lucy, la bella sorella di Bill, sposata con Joe (Joseph Wilson) sempre in viaggio per lavoro. Trovato in seguito, morente, dal fratello che aveva un appuntamento con lui in un capanno fuori città. Le ultime parole del morituro “Donna. Velo. Un velo fitto…sul viso. Non ho visto chi…Con un coltello mi ha…” Colpito al petto da un tagliacarte. Forse opera della signora o signorina vista fuggire terrorizzata dal capanno e saltare su una Cadillac.
Entra in scena De Jong, capo della polizia di Trenton ed Ella Amity del “Trenton News” che svolazza “da un gruppo all’altro come un’arpia”. Il problema è chi sia esattamente il morto. Il marito di Lucy che vive a Filadelfia, o il marito di Jessica Borden in Gimball che vive a New York? In effetti ci sono stati due matrimoni, uno nel 1925 e l’altro nel 1927. Non si tratta di un caso romanzesco di gemelli ma “uno squallido esempio di una doppia identità deliberatamente assunta dalla vittima.” Intanto si scopre una polizza sulla vita del morto da un milione di dollari che è stata cambiata.
Un “guazzabuglio infernale” per De Jong, e invece “la delizia di Padre Brown in persona” secondo Ellery che elargisce citazioni classiche (motti in latino, Cicerone e compagnia bella).
Andando al sodo abbiamo una doppia personalità del morto. Ma, dunque, l’assassino avrà voluto uccidere il marito di Lucy o il marito di Jessica?…Un bel dilemma. Per non svelare troppo al lettore dirò che De Jong accuserà qualcuno, ci sarà un processo esaminato nei minimi dettagli (grande scontro tra accusa e difesa) terminato con una condanna. Ma la sentenza non convince Ellery…
Indizi, reticenze, sospetti, un testimone che ha paura e che nasconde qualcosa, avvertimenti e minacce, dubbi, deduzioni, fino a quando “Tutto! Mio Dio ora è tutto semplice.” esclama il Nostro. Secondo lui anche noi lettori abbiamo gli elementi necessari a risolvere il caso attraverso la famosa sfida. Ci siamo riusciti, abbiamo capito tutto quanto l’ambaradan, o è meglio seguire ancora “il giovanotto alto e snello” che ha radunato tutti i possibili sospettati sulla scena del delitto?
Seguiamolo. E ascoltiamolo. Così, tanto per vedere se l’abbiamo azzeccata. Ma sarà dura…
Per I racconti del giallo ecco Il martello di Charun di Lia Tomasich.
E’ poco più di una bambina, la ragazza uccisa. Secondo un rito funebre, a quanto sembra. Sul muro è dipinto un “essere spaventoso con la pelle bluastra.” E’ Charun, il custode dell’oltretomba, secondo le credenze degli etruschi. Indaga Giulia che ha perso la madre in modo tragico ed è in continuo contatto mentale con lei. Diversi sospettati tra cui un vagabondo, detto, appunto, l’etrusco. Storia breve e intensa. Di dolore.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID