Non stiamo parlando di Harry Potter. In questo momento, nel Regno Unito, i fan della famosa scrittrice stanno seguendo i primi episodi di una nuova serie tv, Strike: The Cuckoo’s Calling (Strike – Il richiamo del cuculo), adattamento del primo libro della Rowling con il detective Cormoran Strike come protagonista.
Rinfreschiamoci la memoria: il primo libro della serie uscì in Italia nel 2013, intitolato appunto Il richiamo del cuculo. Ad attirare in particolar modo l’attenzione dei lettori fu soprattutto la vicenda legata alla paternità del romanzo. A firmare l’opera infatti sarebbe stato un certo Robert Galbraith, autore esordiente. Proprio il fatto che un romanzo di tale qualità fosse stato scritto da un “principiante” insospettì immediatamente numerosi scrittori e critici, al punto che il Sunday Times si impegnò in una vera e propria indagine per risalire alle origini del libro, svelando così al mondo intero la vera identità di Galbraith: niente meno che la creatrice di Harry Potter, che in seguito avrebbe confessato di aver scelto uno pseudonimo per avere la possibilità di scrivere per puro piacere, senza le aspettative imposte a un’autrice della sua fama.
Al centro de Il richiamo del cuculo troviamo Cormoran Strike, veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba. Rimasto senza un soldo e scaricato dalla propria ragazza, Strike vive nel suo ufficio in Denmark Street. La sua professione di detective privato gli permette a malapena di sopravvivere. A cambiare il corso delle cose sarà la morte di una capricciosa top model, precipitata dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair, episodio catalogato come suicidio dalla polizia, ma che non convince il fratello della vittima. Questi decide quindi di rivolgersi a un investigatore privato. Per Strike si tratta di un’occasione per togliersi qualche debito e tenere la mente occupata. Questa volta però le indagini lo condurranno in un mondo che, al di là delle apparenze, nasconde una realtà spietata…
La seconda avventura del detective Strike non si fece attendere: un anno dopo l’uscita in Italia de Il richiamo del cuculo fece la sua comparsa il nuovo romanzo di “Robert Galbraith”, ossia Il baco da seta. Questa volta è la moglie dell’eccentrico scrittore Owen Quine a ingaggiare il detective Strike. Suo marito è infatti scomparso e la sua sparizione sembra legata al romanzo che Quine aveva intenzione di pubblicare, un libro pericoloso, perché contenente i segreti di molte delle persone che l’autore conosce. Un libro in grado di rovinare le loro vite per sempre…
Nel 2015 apparve il terzo libro della serie, La via del male, pubblicato in Italia soltanto nel giugno 2016. Robin Ellacott, ex segretaria di Strike, da poco divenuta sua socia, riceve uno strano pacco. La ragazza è presa dall’orrore nello scoprire, al suo interno, la gamba amputata di una donna. La polizia inizia a indagare seguendo quella che per Strike è una pista sbagliata: il detective infatti sa che il vero obiettivo del mittente non era Robin, bensì Strike stesso. Un personaggio del suo passato è responsabile del terrificante gesto e desiderava mandare un messaggio a Strike colpendo la sua socia… ma chi?
Sfondo comune alle avventure di Strike è una Londra misteriosa, capace di nascondere pericoli impensabili e che da sempre affascina autori e lettori di gialli di tutto il mondo.
A marzo di quest’anno Rowling ha annunciato un terzo sequel, per la gioia dei fan di Strike, che nel frattempo potranno godersi la serie tv, il cui primo episodio è andato in onda lo scorso 27 agosto. Critici e giornalisti hanno già espresso il loro parere: a rendere tanto interessante Strike: The Cuckoo’s Calling sarebbe la sua natura innovativa e al contempo rétro… Ma che significa questo paradosso esattamente?
Si riferisce al fatto che per anni i nostri schermi sono stati dominati da polizieschi dai toni scuri, violenti e caratterizzati dal ritmo vertiginoso con cui si susseguono colpi di scena pazzeschi. Strike non possiede nulla di tutto ciò: la storia è più leggera e punta soprattutto sull’arguzia e sul sottile senso dell’umorismo.
Il detective Strike, interpretato dall’attore Tom Burke, non è sicuramente uno Sherlock Holmes: non possiede alcun talento fuori dall’ordinario, non ha il dono di vedere cose che sfuggono agli uomini “normali”. Non ci sono spettacolari risoluzioni dei misteri che lasciano lo spettatore a bocca aperta. La vera qualità di Strike è l’impegno con cui si tuffa nelle indagini. Anche lui ha i suoi problemi, ma non lascia che interferiscano con il lavoro, al quale si dedica con dedizione e mantenendo il sorriso, esattamente come fanno le persone nella vita reale.
Ben lontano dai tormentati protagonisti di numerose serie tv odierne, Strike sembra rappresentare la quotidianità. È una persona normale, chiusa in un triste ufficio e afflitta da problemi fisici (la protesi alla gamba continua a provocargli dolori) e dai fantasmi del suo passato. Nonostante tutto ciò, continua a dedicarsi al suo lavoro e va avanti senza lamentarsi. Niente colpi di scena mozzafiato. Cosa c’è di più ammirevole?
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