Il giallo di villa Ravelli di Alessandra Carnevali, Newton Compton 2017.
Al sodo. Rivorosso Umbro con la neve. Commissario Adalgisa Calligaris a recar conforto al signor Mecchi, terrorizzato da un possibile film della TV che si dovrebbe svolgere sulle sue terre. E le sue mucche? Che fine faranno? Due sorrisi al mercatino con la “Banda della Maglina”, composta da un gruppo strambo che si butta sull’usato ammucchiato. Uscita con Carlo Petri, vecchio compagno di scuola di cui era stata innamorata pazza non ricambiata, e ora collega di lavoro. Come andrà a finire?…
Per non farla lunga muore per un colpo di pistola Silvia Ravelli, scrittrice di gialli. Solo che non si trovano, sia la pistola che il proiettile. Suicidio o omicidio? Sospettata la sorella Antonia, di carattere completamente opposto, alla quale non era andato giù il testamento dello zio che aveva lasciato tutto alla defunta, la quale aveva il vizio del giuoco d’azzardo.
Il caso è sulla bocca di tutti, ne parlano ampiamente i giornali e arriva pure la televisione come per ogni delitto che si rispetti. Ma ecco all’improvviso uscir fuori un certo Vladimir Ravelli, figlio adottivo di Silvia, unico erede! Tutto si complica con l’assassinio di…
Finale classico con la classica riunione di tutti i sospettati. Al centro la nostra Adalgisa, dal carattere forte e tenace (non le manda a dire dietro) a risolvere il busillis. Indagini che si inframmezzano alla vita reale di un paese, vista con occhio sorridente. Ogni tanto entra in scena, come all’apertura di un sipario, il signor Mecchi con l’ansia per le sue mucche e pure il dialetto umbro contribuisce alla creazione di un clima leggero. Per esser pignoli a pag. 79 pezzetto ripetuto della pagina precedente. Ma può capitare.
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