Torna in libreria un autore molto apprezzato per le sue opere. Si tratta di Nicola Verde che ci propone il suo romanzo Il marchio della bestia, edito da Parallelo45 edizioni, il quarto della serie “sarda”. Per chi ha già letto i precedenti, conosce clima e humus dove si muovono le storie; per chi non le avesse letti possiamo dire che il tempo è quello fine anni Sessanta e l'ambientazione la Sardegna, quella non ancora invasa dal turismo di massa, oscura e misteriosa quanto “un pezzo di luna caduto nel Mediterraneo”. E questo è il suo humus, il suo brodo sociologico.
Bonela, paese immaginario della Sardegna, in località Sa Funtanedda, vengono trovati i cadaveri di due ragazzi. Gli omicidi sono efferati: a colpi di pietra, il giorno è quello dello sbarco sulla luna: luglio 1969. A indagare il maresciallo Carmine Dioguardi, uomo del Sud che somiglia al caratterista Carlo Romano (figura che incarna mirabilmente l'italiano medio), “sbattuto” in Sardegna per motivi che ignora. Ne soffre per via dei pregiudizi che nutre nei confronti dei sardi (nonostante venga egli stesso da una regione denigrata). E le circostanze sembrano dargli ragione: la Sardegna come confine e i sardi come popolo selvaggio.
Le modalità omicidiarie rimandano a un triplice omicidio accaduto nel 1919, che ci siano legami? Una faida che improvvisamente si riaccende? In fondo la vendetta è come un fiume carsico, capace di riaffiorare a distanza di anni. Il “codice barbaricino” da interpretare: ad aiutarlo l'amico Matteo Ricciu, un ex maresciallo, profondo conoscitore delle cose sarde, con una storia da nascondere che riguarda il proprio figlio. Una moglie preziosa consigliera, da amare oltre il pettegolezzo. E un vecchio che viene dal passato, con il suo carico di odio e… di amore per una ragazzina che (forse) non c'è più. Attorno personaggi minori: un prete quasi santo e un altro profittatore; padri e madri che dinanzi al dolore reagiranno in maniera opposta; un giovane carabiniere che per Dioguardi potrebbe essere il figlio mai avuto: In una Sardegna oscura e misteriosa “come un pezzo di luna caduto nel Mediterraneo, indecisa tra modernità e “resistenzialità”.
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