Da tempo affetto dal morbo di Alzheimer, Gene Wilder ci ha lasciati il 29 agosto all’età di 83 anni.
Della sua vita e della sua carriera si è già detto molto in questi ultimi giorni, ma si potrebbe fare ancora qualche osservazione sul suo “rapporto” con il grande investigatore Sherlock Holmes. Nel 1975 uscì il primo dei film diretti da Gene Wilder, intitolato Il fratello più furbo di Sherlock Holmes (The Adventure of Sherlock Holmes' Smarter Brother). Si trattava di una parodia del genere poliziesco e in particolare delle avventure del famoso detective. Tutto sarebbe partito da una cena con il produttore Richard A. Roth, durante la quale emerse l’idea di far interpretare a Wilder il ruolo di Sherlock Holmes.
L’attore però preferì concentrarsi sulla figura, meno nota, del fratello di Sherlock, che lui si raffigurò come un personaggio furbo ma talvolta un po’ maldestro, invidioso nei confronti del più famoso fratello. La realizzazione del film necessitava di una profonda conoscenza dell’opera di Arthur Conan Doyle.
Nascosti all’interno del film vi sono infatti molti elementi che soltanto un conoscitore dei libri di Doyle avrebbe potuto inserire nella sceneggiatura. Per esempio, nella versione inglese del film, l’aiutante del protagonista è un sergente di Scotland Yard di nome Orville Stanley Sacker (in italiano il nome è stato cambiato in Orwill Tacher). La scelta di Sacker non fu un caso: nella prima stesura di Uno studio in rosso, Doyle aveva infatti pensato di chiamare l’assistente del suo grande detective con il nome di Ormond Sacker. Il dottor John Watson avrebbe fatto la sua comparsa solo in un secondo momento… Inoltre, il nome dato al protagonista del film, Sigerson, è in realtà lo pseudonimo utilizzato da Sherlock Holmes nel racconto L'avventura della casa vuota.
In realtà, nell’opera di Doyle il fratello di Sherlock si chiama Mycroft. Il nome non è che una delle tante differenze fra Mycroft e Sigerson. Nei libri di Doyle Mycroft è il fratello maggiore di Sherlock, di sette anni più grande di lui. Dispone di capacità deduttive maggiori a quelle dello stesso Sherlock e tuttavia non può diventare un abile detective per colpa della sua eccessiva pigrizia e mancanza di senso pratico.
Compare soltanto in qualcuno dei racconti di Doyle, aiutando occasionalmente Sherlock e Watson. Sherlock stesso dice di lui che sarebbe in grado di risolvere gli enigmi più difficili, ma, spinto dalla pigrizia, preferisce considerarsi nel torto e lasciar cadere la questione pur di non vedersi costretto a cercare prove concrete su cui basare le sue teorie. Nonostante questo grave difetto, le incredibili doti di Mycroft sono comunque richieste dal governo britannico, anche se Doyle non precisa con esattezza quale sia il suo compito. Usando di nuovo le parole di Sherlock, Mycroft sarebbe un efficientissimo calcolatore umano, cui si rivolgono “tutti i dipartimenti” del governo. Sicuramente il grande detective non si sarebbe mai immaginato il destino che attendeva suo fratello.
Ancora oggi il mondo dell’informatica si rivolge a lui e alle sue straordinarie capacità: il nome Mycroft è stato infatti utilizzato per indicare un progetto volto a integrare svariati motori di ricerca all'interno dei browser Mozilla Firefox e Internet Explorer. Paradossalmente, mentre nel mondo del cinema Sigerson è costretto a vedersi rubare la gloria dal fratello, nella realtà Mycroft è riuscito a conquistarsi un posto tutto suo all’interno dell’universo tecnologico.
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