Il mistero dell’oro boero di Kieran McMullen, Mondadori 2016.
Watson ce lo dice sin dalla premessa: “Questa storia ha per oggetto un successo e insieme un fallimento. Holmes fu ancora una volta eccezionale, ma come in occasione dello scontro finale con Moriarty, andò incontro a complicazioni non derivanti dalla sua responsabilità. Diede un contributo di cui andare orgogliosi, e posso affermare in tutta sicurezza che senza di esso la guerra in Sudafrica non si sarebbe conclusa positivamente, almeno per quanto riguarda la provincia di Pretoria.”
E dunque andiamo a vedere di che storia si tratta. 3 febbraio 1900. Il nostro dottore è occupato dai libri su Holmes e dalle corse dei cavalli, mentre qualcuno sta passando ai Boeri i piani inglesi in Sudafrica durante la guerra fra i due popoli. Per Mycroft occorre snidare il traditore (probabilmente la Pantera Nera Duquesne nei suoi continui travestimenti: boscaiolo, banchiere, proprietario terreno) e vengono a fagiolo (per usare un’espressione popolare) Holmes, sotto mentite spoglie del corrispondente di guerra Escott, e il nostro Watson come dottore per curare i feriti dell’ospedale di Bloemfontein dove sbarcheranno i nostri. Da ritrovare pure un bel carico d’oro sparito nel nulla. Il quartier generale di lord Roberts, comandante dell’esercito britannico, è sistemato in un grande albergo al centro della città con i suoi ufficiali.
La situazione è critica. Feriti da accudire, manca l’acqua, scoppia la febbre tifoide, casse di cibo che spariscono, disperso o ucciso il capo degli esploratori sostituito da uno nuovo. Notizie interessanti arrivano, però, dal tenente Murtry, aiutante di campo di lord Roberts, che ha formulato “una teoria tutta sua riguardo a quel che sta accadendo… con le scorte di cibo in scatola, con due tipi di piantapatate e con le Sarven.” (Cosa vorrà dire?). Chiaro che ci lascia la pelle, un singolo colpo al cuore con un’arma affilata, ucciso in una stanza e portato in un’altra. Holmes rivela la sua vera identità (non può più nascondersi dietro il paravento di Escott) e sul luogo del delitto trova un pezzo di catenella da orologio con incastonata una moneta da mezzo pond con due teste ai lati, oggetto di riconoscimento fra i traditori. Qualcuno l’ha fatto fuori evidentemente perché Murtry aveva scoperto qualcosa di importante.
Spunti in qua e là. Un “brav’uomo” e certi “bravi ragazzi” che proprio bravi non sono, altri morti ammazzati, di mezzo un rapporto amoroso non sincero con la padrona di una pensione, un agguato dei Boeri che non inseguono i nemici sconfitti (perché?). Tra i vari personaggi si segnalano Winston Churchill come corrispondente di guerra e Arthur Conan Doyle nei panni di un chirurgo.
Non mancano motivazioni concrete contro gli inglesi, combattuti pure da irlandesi o americani di origine irlandese, che uccidono, saccheggiano e depredano. Per scoprire la mente diabolica organizzatrice dei tradimenti (ovvero il famigerato Duquesne), compresa la sparizione dell’oro, un’idea astuta di Holmes che prevede una ricognizione con piani di attacchi diversi e fasulli. Essendo numerosi i sospettati, sotto quale personaggio si celerà il temibile avversario?…
Per Sotto la lente di Sherlock ecco Nuovo secolo e nuove avventure per Sherlock Holmes e il dottor Watson del nostro Luigi Pachì. Un bell’articolo sulla storia e la passione di Kieran McMullen per il Detective di Baker Street.
Buona lettura.
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