Nella sua lodevole opera di riscoperta dell'autore britannico Colin Dexter, la Sellerio riporta a febbraio in libreria un romanzo apparso originariamente in Italia nel 1995 ("Il Giallo Mondadori" n. 2427, traduzione di Giuseppina Caricchio): Il gioiello che era nostro (The Jewel That Was Ours, 1991), la nona indagine dell'ispettore Morse ritradotta da Luisa Nera.

La trama

«Una volta trovai un cruciverba in cui tutte le definizioni ammettevano due soluzioni. Era una specie di rompicapo fatto di doppi sensi. Se imboccavi la strada sbagliata con l’1 orizzontale, tutto sembrava funzionare anche in verticale, tranne un’unica lettera. E di fatto partii con il piede sbagliato». L’ispettore capo Morse, esperto enigmista, appartiene al genere degli investigatori logici, infallibili. Solo che è tutt’altro che infallibile. In ogni romanzo prende una o due piste perfette all’apparenza, che si rivelano clamorosi errori: «ma il suo intelletto era tale che ogni volta che una delle sue amate ipotesi subiva un grave colpo, era come stimolato a produrne una seconda ancora più attraente». Di modo che il lettore è trascinato in una giostra di indagini, ciascuna con raccolta di indizi, analisi, profilo del sospettato, ricostruzione del passato, trama del crimine e colpo di scena catastrofico. Fino all’illuminazione finale. Un metodo narrativamente geniale di unire il giallo deduttivo al poliziesco d’azione. Mentre l’ironia del narratore ha modo di scolpire una affollatissima galleria di personaggi che recitano il copione della loro vita. Sparisce un antico gioiello, il Puntale di Wolvercote, che un’ereditiera americana sta recando in dono a un museo di Oxford. Accade durante il «Tour Città Storiche dell’Inghilterra», che riunisce una comitiva di ricchi e anziani americani. Poco prima, o poco dopo, il furto, la proprietaria resta fulminata con tutta evidenza da un infarto. Ma a collegare il furto con la morte della ricca signora è un omicidio, stavolta inconfondibile, quello del curatore delle antichità anglosassoni del museo, il professor Theodore Kemp, che dal prezioso lascito attendeva riconoscimenti accademici. Scrutando in ogni dettaglio, Morse scopre qual è il «gioiello che era nostro» alla base di una catena di morti dolorose. Colin Dexter, innovatore e massimo esponente del giallo classico inglese oggi, con il suo distacco carico di umorismo, arricchisce di nuove immagini il ritratto di un indimenticabile, sornione, colto, lunatico e solitario detective.

L'incipit

La bottiglia di Moët & Chandon Imperial sigillo rosso era vuota sul comodino alla sua sinistra; vuota come il bicchiere che aveva accanto e come quello sul ripiano all'altro lato del letto. Tutto sembrava vuoto. Accanto a lei giaceva immobile, sdraiato sulla schiena, un uomo snello e longilineo, sulla quarantina, cioè più vecchio di lei di qualche anno. L'uomo aveva gli occhi chiusi e così li tenne mentre lei ripiegava all'indietro la trapunta a fiori, si alzava svelta, infilava i piedi nelle pantofole foderate di pelo e, indossata una vestaglia di seta rossa che avvolgeva i seni, il ventre e le cosce di un corpo forse un po' troppo rigoglioso, si avvicinava alla finestra per sbirciare tra le tende chiuse.

Se avesse consultato la sua agenda tascabile dell'Università di Oxford avrebbe potuto notare che quel mercoledì di fine ottobre il sole sarebbe tramontato alle 16,50. La settimana prima era tornata l'ora solare e, come si suol dire, ormai il buio arrivava più in fretta. Aveva sempre avuto problemi con il cambio dell'ora – fino a quando aveva sentito un messaggio musicale semplice e incisivo a Radio Oxford: «Salta avanti in primavera, all'indietro vai d'autunno». Ma fuori era già scuro, molto prima del previsto e la pioggia continuava a tamburellare contro i vetri. L'asfalto nero scintillava sotto la finestra, con una pozza di luce arancione che rifletteva il bagliore del lampione di fronte.

L'autore

Colin Dexter (Stamford, 1930), docente di greco e specialista di enigmistica, tra il 1975 e il 1999 ha scritto i romanzi (tutti di prossima pubblicazione) della serie dell’ispettore Morse, diventato popolarissimo in Inghilterra grazie anche ad una fortunata serie televisiva. In questa collana L’ultima corsa per Woodstock (2010), Al momento della scomparsa la ragazza indossava (2011), Il mondo silenzioso di Nicholas Quinn (2012), Niente vacanze per l'ispettore Morse (2012), L'ispettore Morse e le morti di Jericho (2013), Il segreto della camera 3 (2014), La fanciulla è morta (2015), Il gioiello che era nostro (2016). I primi tre romanzi sono stati pubblicati anche nella collana Galleria con il titolo I primi casi dell'ispettore Morse (2013).

Info

Il gioiello che era nostro di Colin Dexter (Sellerio – La memoria n. 1024), 392 pagine, euro 14,00 (in eBook, euro 9,99) – ISBN 9788838934506 – Traduzione di Luisa Nera