In occasione dell'uscita del suo eBook Assassinio al Paradise Beach Club, pubblicato da Delos Digital nella collana curata da Vincenzo Vizzini Delos Crime,
abbiamo intervistato Elena Capaldo per conoscerla meglio. Il suo racconto lungo è acquistabile a 1,99 euro sul Delos Store e in tutte le librerie elettorniche (Amazon, Hoepli, ecc.).
Quando hai iniziato ad appassionarti al giallo e quali sono i tuoi autori preferiti?
Ricordo che fin da ragazzina amavo guardare telefilm e sceneggiati nei quali si narravano storie legate a piccoli misteri dove il protagonista, per la sua professione o per mera curiosità, si trovava a investigare in vicende per le quali erano necessarie indagini approfondite. Esattamente, ho incominciato a leggere i libri gialli durante una vacanza estiva: avevo 13 anni. Attratta da quanto era riportato sulla quarta di copertina, acquistai un volume della collana de "I gialli per ragazzi" di Mondadori dove venivano narrate le vicissitudini di tre ragazzini londinesi molto coraggiosi: i Pimlico Boys. Fu amore a prima vista: in poco tempo lessi la serie completa. Da neo-teeneger trovavo le loro avventure assolutamente geniali e molto divertenti. Da adulta, mi sono dapprima avvicinata agli autori classici per eccellenza: Sir Arthur Conan Doyle e Agatha Christie. In seguito, ho incominciato ad amare anche scrittori contemporanei come la Cornwell, Deaver, ecc.
Emma appare in questo tuo racconto per la seconda volta, dopo l'esordio in Minaccia sui 27 Mhz, che sul nostro sito ha quasi raggiunto i 2000 lettori. Raccontaci un po' di più di questo personaggio…
Emma è una giovane donna di poco più di trent'anni che vive in un piccolo appartamento a due passi dal centro di Milano. Ha un'amica con la "a" maiuscola di nome Annalisa, e un ragazzo, Leonardo. È una ragazza comune ma sebbene affronti spesso la vita di tutti i giorni in punta di piedi, ha una innata predisposizione nel ritrovarsi, suo malgrado, invischiata in vicende in cui qualcuno sta giocando un ruolo che va al di fuori degli schemi della legalità. E quando questo accade, per Emma, appassionata di autori classici come la Christie e Doyle, diventa naturale mettercela tutta per dare una mano a modo suo alle forze dell'ordine o individuare lei stessa il colpevole.
Nel primo racconto pubblicato con Emma la spalla è stata la sua amica del cuore, in questo secondo caso una signora che incontra in spiaggia. Quanto è importante il ruolo di una spalla nelle tue storie?
Direi che è fondamentale. Il solo modo per dare vita e, di conseguenza, "parole" al personaggio di Emma è proprio quello di trovarle sempre un buon interlocutore, amico o persona appena conosciuta, in grado di assecondarla. È anche attraverso l'introduzione di questo personaggio che il lettore conoscerà le sue particolari doti di investigatrice.
Hai già in mente ulteriori indagini per Emma e quali sono le difficoltà principali nel costruire un giallo attraverso un personaggio che non appartiene a nessuna forza dell'ordine?
Sì, sto lavorando al terzo racconto, anche se sono solo all'inizio. La difficoltà più grande consiste nel costruire delle storie in cui i protagonisti che ruotano intorno a Emma siano brillanti e con caratteristiche originali affinché lei possa trovare in loro degli interlocutori in grado di reggere il gioco e di rendere credibili le vicende narrate. La figura di Annalisa, per esempio, è stata fondamentale nel primo racconto. L'amica di Emma è allegra, spiritosa. Il suo ruolo è anche quello di sminuire o ridimensionare quello che per Emma è sempre un giallo da risolvere. I loro dialoghi sono divertenti e si trovano anche battute che fanno sorridere. Annalisa è un buon personaggio. Di certo, lei troverà sempre un posto nelle avventure di Emma.
Qual è la caratteristica principale di Emma?
Emma possiede un buon modo di porsi. È carina e gentile. Ha ottime capacità di linguaggio e doti introspettive considerevoli; riesce sempre ad attirare l'attenzione del suo interlocutore. Inoltre, ha avuto sempre la grande fortuna di incontrare nel corso delle indagini persone disponibili e predisposte ad ascoltare con attenzione le sue deduzioni. Almeno sino ad ora…
Come ti sei avvicinata alla scrittura creativa?
Attraverso alcuni numeri della Writers Magazine ho acquisito alcune delle più importanti regole a cui un discreto autore dovrebbe attenersi per avvicinarsi alla scrittura e, dopo aver anche fatto lavori di editing su testi altrui, mi è venuta voglia di provarci. Il risultato mi sembra soddisfacente.
Visto che siamo sulla Sherlock Magazine, vorremmo sapere infine cosa ne pensi del Detective Consulting descritto da Conan Doyle e quale storia canonica prediligi.
Considero Sherlock Holmes il più grande investigatore di tutti i tempi. Il mio racconto preferito del canone è Il carbonchio azzurro, ma ci sono degli apocrifi scritti egregiamente che vale la pena leggere, non solo di autori stranieri ma anche di casa nostra. Tra questi, vorrei fare un plauso particolare ad Antonella Mecenero per Sherlock Holmes e il mistero dell’uomo meccanico e a Luca Martinelli per Sherlock Holmes e l’enigma del cadavere scomparso.
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