Imitando dottor Watson, anche la signora Hudson si mette a scrivere e anche lei non può che essere ispirata dagli strani personaggi che girano per il 221b…
È questo lo spunto, deliziosamente metaletterario, che sta alla base del racconto apocrifo di Alain Voudì.
Non si può incontrare Holmes senza esserne affascinati e senza voler conoscere delle sue nuove avventure. Una sensazione che tutti i lettori conoscono e, ancor di più, gli autori di apocrifi. È inevitabile, quindi, simpatizzare per questa versione della signora Hudson, che conosciamo prima ormai anziana in una casa di riposo e poi ritroviamo durante i primi anni trascorsi da Holmes e Watson a Baker Street. Finalmente la vediamo non solo come l’irreprensibile padrona di casa, ma come una giovane donna, dotata di una sua non trascurabile personalità.
E a ben vedere, considerando tutti i racconti in cui è nominata e gli anni in cui sono ambientati, è molto più probabile che nel 1881/1882 assomigliasse alla giovane appassionata che appare in questo racconto, che all’adorabile nonnina di molte trasposizioni.
in questo suo Sherlock Holmes e lo scottante segreto di Mrs. Hudson, con rapide, ma accurate pennellate, Alain Voudì dimostra quindi, di sapersi muovere con eleganza nel canone Holmesiano, giocando anche con le sue contraddizioni. Ci regala un racconto natalizio dallo stile brioso, che riporta l’appassionato all’atmosfera de L’avventura del carbonchio azzurro.
Il suo unico limite è la lunghezza. Una vicenda più articolata, con magari uno spazio maggiore dedicato all’indagine, avrebbe fatto la gioia di chi, proprio come la signora Hudson e il giovane appassionato che si reca a intervistarla, non riesce a smettere di desiderare sempre nuove avventure per Sherlock Holmes.
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