Apparso originariamente ne “I Libri Gialli” Mondadori n. 285, 1954, nel 1992 il mitico Mauro Boncompagni ritraduce per gli Oscar Gialli n. 285 questo romanzo d’annata di Cornell Woolrich, che pubblicò firmandosi con il suo solito pseudonimo William Irish.
“I Classici del Giallo Mondadori” n. 1371 riportano in edicola, questo maggio, Ho sposato un’ombra (I Married a Dead Man, 1948).
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Dalla quarta di copertina:
Helen non aveva un futuro. Adesso ce l’ha. Perché l’ha rubato. Da sola, senza un soldo e con un figlio in arrivo, tutto quel che le rimaneva era un biglietto ferroviario per San Francisco. Un gentile invito a togliersi di torno. Ma è su quel treno che incontra il suo destino, sotto le sembianze di una coppia di sposini. Con la solare Patrice nasce una simpatia istintiva e le due diventano subito amiche. Poi il mondo va sottosopra. Uno spaventoso incidente, tutto diventa buio, e Helen si risveglia in un letto d’ospedale. La attendono tre notizie sconvolgenti: ha partorito negli istanti del disastro, i suoi compagni di viaggio sono morti e il nome della paziente sul suo cartellino è... “Patrice”. Denunciare lo scambio di persona, e tornare così a una vita miserevole? O tacere e assumere l’identità della defunta nella casa dei suoceri, che non hanno mai visto né incontrato la nuora? La decisione è presa. Ma il peggio, per la sfortunata Helen-Patrice, non è ciò che si è lasciata alle spalle.
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Ecco l’incipit:
Le notti d’estate sono così piacevoli, a Caulfield. Profumano di caprifoglio e di eliotropio, di gelsomino e di trifoglio. Le stelle sono calde e amichevoli qui, non fredde e distanti come nel posto da cui sono venuta; sembrano sospese più in basso, più vicine. La brezza che agita le tende, insinuandosi dalle finestre aperte, è soffice e delicata come il bacio di un bambino. Basta porgere l’orecchio per cogliere, in quel suono, lo stormire degli alberi frondosi che si ridestano per poi tornare ad assopirsi nuovamente. Dall’interno delle case, la luce artificiale si diffonde sui prati e li ricopre di lunghi solchi dalle tonalità ramate. C’è la quiete, il silenzio di una pace e di una sicurezza perfette. Sì, le notti d’estate sono piacevoli, a Caulfield.
Ma non per noi.
Anche le notti d’inverno lo sono. E quelle autunnali, quelle primaverili. Ma non per noi. No, non per noi.
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Cornell Woolrich (1903-1968) è uno dei grandissimi del giallo americano. Nei romanzi e racconti scritti nel corso di un’esistenza travagliata, vivendo per anni rinchiuso negli alberghi di Manhattan, ha saputo come nessun altro innestare sui meccanismi del suspense il senso di solitudine dell’individuo in balia di un mondo spietato e incomprensibile, la disperazione per l’amore frustrato, l’angoscia e il puro terrore, che rappresentano la sua cifra inconfondibile. Si è firmato anche con lo pseudonimo di William Irish.
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Ho sposato un’ombra di Cornell Woolrich (I Classici del Giallo Mondadori n. 1371), 196 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Mauro Boncompagni
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