È passato quasi un anno dall'uscita del romanzo di esordio di Deana Posru e Gianfranco Sherwood (l'uscita risale al 24 aprile 2014). Pubblicato da MGS Press, "L'Avventura segreta - Quando Italo Svevo chiese aiuto a Sherlock Holmes" è stato il loro primo apocrifo scritto a quattro mani e forse è giunto il tempo di fare un bilancio.
Deana e Gianfranco, innanzi tutto grazie per aver accettato di fare questa chiacchierata. Cominciamo dall'inizio:
Come vi siete conosciuti e, successivamente, come è nata l'idea di scrivere un romanzo insieme?
D: Galeotta è stata l’associazione italiana di studi holmesiani “Uno studio in Holmes”, che ho conosciuto via facebook tre anni fa. Mi sono iscritta e da subito ho iniziato ad appassionarmi alle iniziative sociali. E così, un giorno, ho scritto a un altro socio proponendomi come illustratrice per un suo racconto apocrifo che sarebbe stato pubblicato sullo “Strand Magazine”, la rivista dell’associazione. Quel racconto era “L’avventura dell’ombra assassina” e quel socio un tale Gianfranco Sherwood…
G: Già. Il quale, mosso da un’ispirazione geniale, chiese a Deana se fosse disposta a collaborare alla realizzazione di un progetto che da tempo coltivava.
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Scrivere a quattro mani non deve essere facile. Raccontateci come avete fatto. C'era una divisione rigida dei ruoli o avete seguito un po' la vena creativa? L'appartenere a due generazioni diverse è stato un limite o una risorsa?
G: Come abbiamo fatto? Più facile a farsi che a dirsi, nel nostro caso. Davvero, non abbiamo avuto difficoltà: ciascuno di noi ha svolto ricerche, ha contribuito con proprie idee alla trama e alla costruzione dei personaggi… E, bisogna riconoscerlo, evidentemente abbiamo il pregio di non essere permalosi, perché nessuno si è mai inalberato per le osservazioni e le correzioni proposte dall’altro!
D: Sì, ci siamo lasciati guidare dalla vena creativa, ognuno contribuendo a scrivere secondo la propria inclinazione. La differenza di età e – aggiungo - anche quella di genere sono state risorse preziose proprio per questo: io credo di aver ingentilito certe asperità della prosa di Gianfranco, ad esempio, mentre lui ha dato concretezza alle idee che via via ci venivano grazie alla sua consolidata esperienza e alla sua vasta conoscenza letteraria. Certo, forse tutto ciò non sarebbe bastato se entrambi non fossimo anche due tipi puntigliosi, visto che abbiamo verificato scrupolosamente la correttezza di tutti i dettagli linguistici, storici, biografici e urbanistici che ci servivano. E forse qualche errore ci è scappato comunque… purtroppo!
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Arriviamo ora all'Avventura segreta: quale è stata la genesi questo romanzo? Insomma, mettere insieme Svevo e Sherlock Holmes non è da tutti e la trama è davvero intricata e ricca di colpi di scena. Come vi siete mossi?
G: A dire il vero non ricordo esattamente come mi è venuta l’idea di mettere insieme Svevo e Holmes. Di certo mentre cercavo spunti per i miei primi racconti apocrifi. Parliamo di dieci e più anni fa. Probabilmente, mi colpì che lo scrittore avesse cominciato a frequentare Londra nel 1901, in tempo per bussare a una certa porta di Baker Street. Avevo quindi cominciato a raccogliere appunti e documentazione, ma vari problemi personali mi impedivano di affrontare seriamente l’onerosa impresa del romanzo (e con un personaggio impegnativo come Holmes, poi!). Inoltre, c’era il fatto che la vicenda implicava accurate ricerche sulla Trieste del 1902, che da Reggio Emilia non mi era possibile svolgere. Il progetto è così rimasto a lungo nel limbo dei progetti solo accarezzati, finché non ho conosciuto Deana e …..
D: Nella costruzione dell’intreccio il periodo storico ci è venuto in aiuto, soprattutto la complessità della storia di Trieste. Ecco, la gran parte dei lettori lo ha notato, perché nelle recensioni quasi tutti sottolineano di essere rimasti incantati dall’ambientazione triestina! E non dimentichiamo l’importanza della cronaca: spulciare nei quotidiani dell’epoca è molto utile per cogliere l’atmosfera del tempo. La questione forse più curiosa è che alla fine il libro è diventato “duplice” sotto molti punti di vista: ha due autori, la storia si svolge in due distinte ambientazioni (Londra e Trieste) ed è perfino un apocrifo doppio, in quanto holmesiano e sveviano allo stesso tempo!
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Tiriamo un po' le somme di questo anno passato. Le vendite del libro sono andate bene, ha avuto molte recensioni positive e avete fatto diverse presentazioni in giro per l'Italia. Non male per un romanzo d'esordio. Soddisfatti? Qualche rimpianto?
G: La prima grande soddisfazione è stata quella di ricevere un giudizio positivo dal nostro primo e qualificatissimo lettore: il professor Renzo Stefano Crivelli, profondo conoscitore della realtà letteraria triestina, James Joyce e Italo Svevo in primis, nonché socio fondatore di “Uno studio in Holmes”. Poi è arrivata la pubblicazione con l’editore MGS Press e sono giunte anche le recensioni sul quotidiano “Il Piccolo” e sul “Sole 24 ore”. Non meno importanti, i commenti positivi di appassionati holmesiani e sveviani di tutta Italia. Infine, la ristampa del libro. La nostra ambizione, del resto, era quella di offrire una storia che sopravvivesse alla recente rinnovata passione per Sherlock Holmes, grazie a film e telefilm fortunati. No, non ho rimpianti, semmai una speranza: che “L’avventura segreta” possa varcare il confine, almeno in una versione austriaca. Uno dei suoi temi portanti è infatti l’omaggio all’impero degli Asburgo.
D: La più recente soddisfazione riguarda l’entusiasmo e l’interesse dimostrati da due classi delle medie inferiori a cui ho presentato l’esperienza di scrittura da cui è nata “L’avventura segreta”. Ecco, più che un rimpianto, vorrei esprimere un proposito per il futuro: Gianfranco e io vorremmo poter parlare ancora agli studenti e presentare loro “l’uomo Schmitz” in modo da riconciliarli con lo “scrittore Svevo”, che oggi è lo spauracchio di ogni maturando. Anzi, posso lanciare un messaggio? Cari professori, noi siamo disponibili a darvi una mano nella vostra delicata missione!
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Ultimissima domanda: avete già in mente un altro apocrifo da scrivere, sempre con protagonista il nostro amato Sherlock Holmes?
D: A dire il vero, in questo momento ognuno di noi sta seguendo dei progetti letterari distinti, che necessitano di studio e cura proprio come già avvenuto per “L’avventura segreta”. Se tutto andrà bene, prossimamente ci saranno delle belle sorprese per i nostri lettori, anche se non si tratterà di un apocrifo holmesiano scritto a quattro mani. Però, più avanti in futuro chissà…
G: Ora sto lavorando a due raccolte: delle storie di fantascienza che ho pubblicato qua e là, negli anni, e dei miei racconti con Holmes (pubblicati sulla Sherlock Magazine e nella collana in eBook "Sherlockiana"), integrati da un inedito. Entrambi i volumi dovrebbero uscire entro l’anno. Per il futuro, credo che il piacere che ci ha procurato la nostra collaborazione ci spingerà a ripeterla. Se riguarderà Holmes, dipenderà dal trovare o no un’altra grande idea sul personaggio. Perché il motto del duo Posru-Sherwood resta “Nihil nisi optimum”.
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