I cospiratori del baklava di Jason Goodwin, Einaudi Stile Libero Big 2015.

No, non si tratta di un detective timoroso e fifone. Non si tratta di una metafora. Yashim Togalu è proprio senza palle. Gliele hanno tagliate. Un eunuco, insomma, che vive ed opera nella Istanbul dell’Ottocento (fine degli anni Trenta e parte dei Quaranta) con incarichi investigativi e politici alla corte del Sultano.

Siamo nel 1842. Personaggi principali: Palewski, l’ambasciatore polacco a Pera, quartiere europeo di Istanbul; tre italiani, amanti del baklava, dolce di sfoglia e frutta secca, che vogliono l’Italia unita e ce l’hanno a morte con il Papa e lo Stato pontificio; Yashim “bruno, aitante, con gli occhi grigi e curiosi che gli illuminavano il volto” al centro della scena; la valide, madre dell’ultimo sultano, morto da tempo; padre Doherty, bibliomane, lavora negli archivi patriarcali per stilare un registro comparativo (almeno all’sapparenza); Natasha Borisova, ragazza russa che cerca di ottenere la grazia di suo padre, ex decabrista; la “Piuma”, società segreta che guida i tre italici ragazzi, cospiratori da salotto.

Il “pezzo grosso” di Palewski, cioè il principe Czartoryski, sta venendo lì per incontrare di nascosto il sultano e discutere su un nuovo assetto da dare all’Europa. Missione incompiuta perché viene rapito e Yashim si mette sulle sue tracce. Distratto, a dir la verità, dalla bellezza e dalla storia sfortunata di Natasha (diciamo pure che se ne innamora). Preso, come al solito, dalla sua passione per la cucina tra cipolle, peperoni, limoni bitorzoluti, peperoncini rossi e verdi, carote viola, sedani, zucchine, cetrioli verdi sottili, meloni, fichi di Smirne, albicocche, uova, melograni e…blurb, basta.

Altro personaggio importante la Istanbul dell’Ottocento con la Moschea Blu, il nuovo porto sul Corno d’Oro, la Torre di Galata, il palazzo Topkapi, con i suoi vicoli impenetrabili, i profumi delle spezie, gli odori, i sapori, i canti del muezzin. Viva e pulsante.

Jason Goodwin è uno scrittore, uno studioso dell’impero Ottomano, un ricercatore di razza che dà corpo e vita a personaggi veri, credibili, incorniciati in una ricerca storica pregevole su un ambiente tumultuosamente vario, ricco di fascino antico e misterioso. Ultimo libro non il migliore, ma pur sempre ottimo.