Finalmente arriva in Italia la decima avventura di Cork O’Connor, investigatore privato di William Kent Krueger non del tutto edito da noi. Il Giallo Mondadori n. 3117 presenta in edicola questo novembre La miniera di sangue (Vermilion Drift, 2010).
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Dalla quarta di copertina:
Una scena di devastazione si offre agli occhi di Cork O’Connor. L’immensa miniera a cielo aperto gli evoca un brulicare di insetti affamati nelle viscere di un cadavere. Quel po’ di sangue indiano che scorre nelle sue vene gli dice che ogni tunnel scavato è una spaventosa ferita inferta alla Grande Madre Terra. Una ferita che sanguina ferro, e forse anche qualcos’altro. Il proprietario della compagnia lo ha ingaggiato come investigatore privato per ritrovare la sorella, scomparsa da una settimana negli aspri territori del Nord. E lui fa il suo dovere. Quando nelle profondità del sottosuolo scopre una galleria segreta, tornano alla luce dei resti umani. Sono i corpi di sei donne: una è quella che cercava, ma le altre? Cinque scheletri che giacciono là sotto da mezzo secolo. Potrebbe trattarsi delle Smarrite, casi irrisolti risalenti al lontano 1964, quando il padre di Cork era lo sceriffo della contea. Già, perché la cosa più sconvolgente è che due delle vittime, compresa l’ultima, sono state uccise con la stessa arma. La pistola che suo padre gli aveva lasciato. La pistola di Cork.
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Ecco l’incipit:
Certe notti, Corcoran O’Connor sogna la morte di suo padre.
Anche se il sogno differisce nei dettagli, lo schema generale è lo stesso. Suo padre precipita da una grande altezza. A volte barcolla all’indietro e cade in un burrone, con un’espressione sorpresa e incredula. Oppure sta scalando una vertiginosa parete di roccia e, proprio quando sta per raggiungere la cima, perde la presa e scivola giù, con un misto di perplessità e rabbia sul volto. O ancora mette il piede nella colonna dell’ascensore, quando l’ascensore non c’è, e guarda in su attonito mentre il buio l’inghiotte.
Nel sogno Cork è sempre un ragazzino. Si protende verso il padre per trarlo in salvo, ma il suo braccio è troppo corto, la mano troppo piccola. Ogni volta suo padre è inghiottito dal baratro, e lui resta solo e pieno di rammarico per il proprio fallimento.
Se l’incubo finisse a questo punto, Cork non resterebbe sconvolto come gli accade. Invece si conclude con una spaventosa visione che lo fa svegliare di soprassalto. In quest’ultima fase rivede il sogno di prima, ma in modo diverso. La seconda volta non solo rivive la propria impotenza a salvare suo padre, ma assiste alla scena da fuori, estraneo a se stesso e a tutto quello che succede. E ciò che vede dalla nuova prospettiva lo riempie di orrore. Perché questa seconda volta, quando stende la mano, non è per salvare suo padre ma per spingerlo nel vuoto.
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William Kent Krueger è cresciuto sulle Cascade Mountains in Oregon. Ha frequentato la Stanford University per poi abbandonarla in cerca di esperienze nel “mondo reale”, lavorando come taglialegna, operaio edile, giornalista freelance e più recentemente come ricercatore nel campo degli studi sull’infanzia. Vive da vent’anni a St Paul, Minnesota, con la moglie e i due figli.
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La miniera di sangue di William Kent Krueger (Il Giallo Mondadori n. 3117), 280 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Giuseppe Settanni
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