Il caso si ingrossa, se ne possono notare gli echi sempre più vasti sulla stampa. C’è di mezzo un furto di gioielli e un intrigo gigantesco. Non manca la fuga del probabile assassino con relativo processo. Insomma, fatemelo dire, gli scacchi al centro dell’attenzione e la vicenda, secondo Morrison Shape, come una partita in cui vince chi pensa sempre con una, due, o tre mosse di anticipo rispetto all’avversario. E, dulcis in fundo, lo ritroviamo seduto davanti ad una scacchiera.
Un lavoro apprezzabile con il connubio “nobil giuoco”- giallo che continua imperterrito il suo bel viaggio insieme a tanti altri compagni di avventura.
P.S.
Ecco alcuni esempi in cui si citano di scacchi. Ad un certo punto il Nostro si perde “in una intricata partita a scacchi, manovrando mentalmente pezzi bianchi contro pezzi neri con magistrale efficienza”. (pag.9). Assorto nel nuovo caso in relazione agli scacchi e al movimento dei pezzi. (pag.18). “Un pedone fuori misura, diciamo, dà la tentazione di fargli fare una mossa di alfiere, il che non va”. (pag.33). Il dottore ammirato dell’abilità di Morrison. Risposta “Cruciverba e scacchi”. (pag.63). “Come ha fatto a sapere che si erano accordati per incontrarsi?”. “Semplice movimento di scacchi. Me li sono figurati come due torri”. (pag. 119). A pag. 121 ad ogni pezzo fa corrispondere un personaggio. “Lo studio degli scacchi dovrebbe essere obbligatorio tra le forze dell’ordine”. (pag.141). Gli scacchi un addestramento ideale. Sulla scacchiera c’è tutto (pag.170). Questo caso come una partita a scacchi. E il grande segreto è pensare sempre con l’anticipo di una mossa…due mosse…tre prima dell’avversario (pag.170). Alla fine “Mr Sharpe era seduto davanti alla scacchiera, preso dalla soluzione di un problema che lo impegnava più del solito”. (pag.249).
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In La settima ipotesi di Paul Halter, Mondadori 2013, abbiamo una partita tra il criminologo Alan Twist e l’ispettore di polizia Archibald Hurst, mentre tengono d’occhio una porta d’ingresso. Il criminologo lascia la Regina in presa che Hurst si affretta a catturare non vedendo la trappola. Anzi, spera proprio in una vittoria. “Hurst spostò il suo re e Twist gli diede scacco matto” (pag. 64-65). Venti pagine più avanti incontriamo una copia perfetta del Giocatore di Scacchi di Maelzel, marchingegno in grado di battere ogni avversario (siamo tra Settecento e Ottocento), dato che poteva nascondere al suo interno un abile scacchista di piccola taglia. Tale automa costituisce anche una delle idee di questo giallo straordinario.
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In Frontiera maledetta di Ellery Queen in Viaggi nell’incubo ;;di Ellery Queen, Edgar Wallace e Arthur Conan Doyle, Mondadori 2014, quando l’investigatore Barney entra nella stanza di Liz, una signora scomparsa, “Il suo sguardo fu poi attirato da una scacchiera posata sulla libreria, con le pedine già disposte per una partita. Qualcosa lo indusse ad accostarsi per guardarla. La regina bianca minacciava il re nero e quando Barney la prese in mano, lasciò un cerchio nitido impresso sulla polverosa scacchiera. - Scacco matto con tre mosse - disse. - Chi gioca? Voi? - Liz, per posta. Io non ho sufficiente pazienza per giocare con lei, perché pensa troppo, prima di ogni mossa”(pag.30). Chi risponde all’investigatore è il marito della scomparsa. In seguito i due si ritrovano davanti alla scacchiera. Ora lo spazio intorno è pulito e la regina “è minacciata da una torre e non può muoversi senza mettere in scacco il re”.
Praticamente un messaggio di Liz che è prigioniera. Lei non può muoversi senza mettere in pericolo il marito.(pag.97).
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Il dentista- delitti alle sette chiese di Roberto Carboni, Fratelli Frilli Editori 2014.
Dunque abbiamo due scacchisti che si incontrano nella finale di un torneo di scacchi al palazzetto dello sport di Riccione. Il dottor Dante Zamboni (tradito dalla moglie e lasciato dal figlio) contro il giovane Francesco Raimondi, laureando in odontoiatria, anche lui con qualche problemetto da smaltire (droga e svenimenti vari). Vince il dottore, nasce una amicizia tra i due con invito a casa dello stesso Zamboni che, guarda caso, è pure socio di uno dei più importanti studi dentistici bolognesi. Chiaro che cerca di farlo entrare nello studio ma il dottor Vanni Lolli si oppone. Altrettanto chiaro che fa una brutta fine.
Nel frattempo Francesco amoreggia con la fidanzata Giulia e, di nascosto, con Doriana, donna sposata ad uno più vecchio di lei, e dunque pronta a ripetuti salti sul letto. A queste due si aggiunge in seguito anche Natalia, la figlia di Zamboni, promettente cantante lirica ma, se drogata, ancora più promettente sul letto citato. E si arriva al famoso triangolo non considerato di zeriana memoria (passatemela) composto da Francesco, Giulia e Natalia. Voluto soprattutto da Giulia che però, insomma, un po’, gelosetta com’è, si penticchia. Seguono un ricatto e un paio di morti ammazzati con l’inevitabile intervento dell’ispettore Ghetti. E svenimenti a go-go. Colpo di scena finale che non mi ha convinto del tutto (come il resto del racconto) ma che spero convinca gli altri lettori.
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