Apparso per la prima volta in Italia nel 1960 con il titolo I muri ascoltano (numero 68 dei celebri “Romanzi del Corriere”), I Classici del Giallo Mondadori lo ritraduce e lo presenta trent’anni dopo in collana con il n. 2272: eccolo tornare, dopo altri vent’anni, in edicola questo settembre.
Stiamo parlando di La scatola d’argento (The Listening Walls, 1959) di Margaret Millar.
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Dalla quarta di copertina:
Wilma Wyatt si è uccisa gettandosi dal balcone di un albergo messicano. Era sola e depressa, con due divorzi alle spalle, i genitori morti in un disastro aereo. Dicono fosse anche ubriaca, e la tequila non è roba per dilettanti. Insomma, una miscela esplosiva con un esito quasi scontato. Amy, l’amica del cuore che l’ha accompagnata in quel viaggio alla ricerca di distrazioni, si incolpa di non aver saputo evitare la tragedia. Ma poi lei stessa scompare, dopo aver inviato al fratello una strana lettera d’addio. E c’è chi pensa che suo marito potrebbe aver inscenato quella fuga, magari per coprire un delitto. Tra morti sospette e sparizioni improvvise troppe cose non quadrano, abbastanza da richiedere l’intervento di un investigatore privato nella persona di Elmer Dodd. Il quale dovrà dar fondo al suo talento per capire come tanti destini possano essere racchiusi in una scatola d’argento.
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Ecco l’incipit:
Dal ripostiglio delle scope Consuela riusciva a sentire le due signore americane che discutevano nella camera 404. Il ripostiglio era stretto come la strada che porta in paradiso e puzzava di cera per mobili, di cloro e del sudore della stessa Consuela. Ma non era il disagio fisico a rovinarle la siesta, bensì lo sforzo che faceva per capire di che cosa stessero parlando le due donne. Denaro? Amore? “Di cos’altro può trattarsi?” si chiese Consuela, detergendosi il sudore dalla fronte e dal collo con uno di quegli asciugamani puliti che avrebbe dovuto lasciare nei bagni alle diciotto in punto.
Erano già le diciannove. Ripiegò l’asciugamano e lo rimise in cima agli altri. Forse il direttore poteva essere un po’ fissato sugli asciugamani puliti e sulla puntualità, ma Consuela non lo era affatto. Qualche microbo non aveva mai fatto male a nessuno, specialmente a chi non sapeva che ve ne fossero; inoltre, cos’era un’ora in più o in meno davanti all’eternità?
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Margaret Millar (1915-1994), canadese, è una delle grandi autrici del giallo. Trasferitasi negli Stati Uniti dopo il matrimonio con l’altrettanto grande Kenneth Millar, in arte Ross Macdonald, ha firmato romanzi caratterizzati da trame solidamente costruite, alta tensione narrativa e scrittura raffinata. I suoi personaggi ricorrenti sono il legale Tom Aragon, lo psichiatra Paul Prye e l’ispettore Sands. Ha vinto diversi premi, tra cui l’Edgar nel 1956 e il Grand Master nel 1983.
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La scatola d’argento di Margaret Millar (I Classici del Giallo Mondadori n. 1354), 182 pagine, euro 4,90 - Traduzione di Marilena Caselli
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