E’ in libreria dalla fine di marzo il mystery dal titolo L’assassino scrive di notte (Nothing Can Rescue Me, 1943) scritto dalla autrice americana Elizabeth Daly.
Di questa brava autrice la Polillo ha già pubblicato Morte al telefono (I bassotti n. 40)
Nel romanzo ritroviamo il protagonista che abbiamo conosciuto appunto nel precedente romanzo pubblicato da Polillo e cioè Henry Gamadge, bibliofilo di chiara fama e investigatore dilettante.
Questa volta il mistero sembra giungere dal regno dei morti in quanto la proprietaria di una villa di campagna poco lontana da New York, appassionata all’uso di una “planchette” per comunicare con i morti, trova nei fogli di un romanzo che sta scrivendo, delle frasi minacciose.
E’ opera di qualche entità che di notte aggiunge nei fogli dattiloscritti dalla scrittrice queste frasi oppure è qualche ospite della villa che di notte inserisce i fogli nella macchina da scrivere e vi aggiunge scritte minacciose e paurose?
Il fenomeno si ripete più volte e la donna allarmata e impaurita chiede aiuto al suo amico Henry Gamadge.
L’investigatore dilettante capisce subito che i messaggi vengono scritti da una persona ospite della villa e quest’ultimo ben presto passerà all’azione. Sarà compito di Henry Gamadge risolvere il mistero di questo misterioso personaggio che opera di notte.
L’autrice:
Elizabeth Daly (1879-1967) nacque a New York da una delle famiglie più in vista dell’alta borghesia americana dell’epoca. Dopo la laurea alla Columbia University, a partire dal 1904 insegnò per alcuni anni al Bryn Mawr College, che già aveva frequentato da studentessa. Il suo interesse principale fu il teatro, per il quale lavorò come autrice, produttrice e regista di compagnie amatoriali. Da sempre accanita lettrice di detective stories – uno dei suoi autori preferiti fu Wilkie Collins – intorno al 1930 cominciò a cimentarsi, inizialmente senza successo, nella stesura di gialli. Solo nel 1940, quando aveva già compiuto sessant’anni, diede alle stampe il suo primo romanzo, Unexpected Night (Notte d’angoscia), al quale fecero seguito altre quindici opere. Il personaggio principale, presente in tutte le sue storie, è Henry Gamadge, un raffinato bibliofilo con l’hobby delle investigazioni. Nel 1960, a poco meno di dieci anni dalla sua ultima fatica letteraria (The Book of the Crime, 1951), l’associazione dei Mystery Writers of America le assegnò il premio Edgar per l’insieme della sua produzione. Tra i grandi estimatori della Daly va ricordata Agatha Christie, che la considerava la sua autrice americana preferita.
La “quarta”:
Strane cose stanno accadendo a Underhill, la villa di campagna non lontana da New York dove Florence Hutter si è da poco trasferita col marito. Oltre a intrattenersi con parenti e ospiti di ogni tipo, la padrona di casa è impegnata nella stesura di un romanzo d’amore, ma da un po’ di tempo qualcuno, di notte, si diverte a inserire nel suo dattiloscritto frasi macabre e minacciose. Forse è solo uno scherzo di cattivo gusto, ma secondo Florence, da poco iniziata alla scrittura automatica e all’uso di una planchette per comunicare con i defunti, potrebbe trattarsi dell’opera di qualche spirito. Dopo che il “fenomeno” si è ripetuto per due settimane, la donna decide di convocare il suo vecchio amico Henry Gamadge, il bibliofilo con l’hobby dell’investigazione già protagonista di Morte al telefono (I bassotti n. 40), perché l’aiuti a venire a capo del mistero. Non appena giunge alla villa, questi si rende conto che la minaccia non proviene dall’aldilà, bensì da una persona in carne e ossa molto vicina alla famiglia Hutter… una persona che non tarderà ancora molto a passare all’azione.
Elizabeth Daly, L’assassino scrive di notte (Nothing Can Rescue Me, 1943)
Traduzione Marisa Castino Bado
Polillo Editore, collana I bassotti 145, pagg. 267, euro 15,40
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