“Dica dottore, non mi dica che legge polizieschi”. “Che vuole, non c’è nulla di meglio di un bel delitto, questa volta senza sangue, per uno come me che ne vede di tutti i colori ! La saluto: stasera mi aspetta un bel romanzo di Ellery Queen: Il Mistero delle Croci Egizie. Chissà com’è... Beh, arrivederci”. “Se vuole dottore, possiamo scambiarci i ruoli: io faccio il medico legale e lei il detective”.
“Vuole scherzare? Mi basta fare il detective leggendo un libro e cercando di surclassare le gesta di Ellery”.
“Certo che se l’è scelto veramente difficile stavolta il caso: vede deve stare attento all’indizio della boccetta”.
“Altolà ! Mi vuole rivelare l’identità dell’omicida prima che abbia cominciato a leggere il romanzo? Assassino !”.
Lo vide andare via. Pensò alla delusione che avrebbe avuto, lui che cercava i gialli senza sangue: era andato a beccare proprio uno dei gialli più truculenti di Ellery, con tre corpi decapitati e crocefissi. “Bello però, anzi magnifico! Bravo il dottore!”.
Mentre stava ancora fissando il corpo, in attesa che arrivassero i portantini per portarlo via, si annunciò il dott. Mantovano, sostituto procuratore.
“Cosa c’è stavolta, Commissario?”.
“Un bell’omicidio. Si ricorda quella bella ragazza che abbiamo cercato per mari e per monti qualche giorno fa? Un agente immobiliare?”.
“Sì certamente. Elisa Cer... ”.
“Cerquetti. Beh, eccola qui!”.
Il magistrato fissò quel volto dai lineamenti stravolti dalla morte.
“Che bella ragazza! Ma che le hanno fatto?”.
“ Probabilmente violentata. E inoltre... le hanno tagliato la lingua”.
“Ma l’avete trovata?”.
“La lingua? No. Probabilmente l’ha portata via, come ricordo”.
“Un pazzo assassino”.
“Assassino certamente, pazzo... non so. Non escluderei che abbia inserito un fattore fuori della norma per dirottare le indagini”.
“Idee? Ha visto il pavimento di questa sala e dello studio?”.
“Non ci ho fatto caso. Cos’hanno di particolare?”.
“Guardi lei”. E lo accompagnò.
“Altre vie d’accesso?”.
“Nessuna”.
Il giudice lo fissò.
“Un bel casino. I giornali ci si butteranno a pesce morto. Già me l’immagino i giornali: ASSASSINIO SULLA TERRAZZA INNEVATA E NESSUNA IMPRONTA: LA POLIZIA BRANCOLA NEL BUIO. Commissario, mettiamoci al lavoro, altrimenti lo sa cosa accadrà”.
“Già. Se la prenderanno con noi”.
“Finisce sempre così... ”.
“Ah, buongiorno Questore anche lei qui?”.
“Ha visto? Se avessimo deciso di vederci mai sarebbe potuto prevedere che poi sarebbe accaduto sul balcone di un appartamento, davanti ad un cadavere. Noi andiamo via”.
“Se ha bisogno di me, Commissario, basta affacciarsi alla sede della mia Immobiliare, in via Passaquindici”, disse Bontempelli.
“Al momento, non credo proprio che la importunerò nei prossimi anni”.
Dietro di loro si sentì la voce del magistrato, che gridò:
“Questore, mi aspetti”. E quando fu alla loro presenza...
“Che impressione le suscita questo commissario?”.
“Un onesto e caparbio investigatore”.
“Un po’ troppo sulle sue, anche. Mah, il questore è lei, ma secondo me, per risolvere un caso come questo, ci vorrebbe un investigatore con dei tratti di genio. E quell’Ambrosiani, tutto mi pare, tranne un genio !”.
I due interlocutori scoppiarono a ridere.
“Permette che le presento il capitano Bontempelli dei Servizi Segreti. Guarda caso gestisce l’Immobiliare, in cui lavorava la vittima. Ed è lui che ha scoperto il cadavere”.
“Che non avrei mai voluto scoprire”.
“Lei, Capitano, un’idea se l’è fatta?”.
“Mah, che vuole che le dica. Secondo me, quello scasso alla porta d’ingresso è stato fatto dopo l’assassinio”.
“E perché?”.
“Non lo so. Ma sicuramente è così, perché altrimenti il portiere avrebbe sentito il frastuono provocato dall’effrazione e dallo scasso non tanto del legno ma della serratura. E invece non ha sentito nulla, perché quando questa mattina sono arrivato coi possibili compratori, e gli ho chiesto se fosse accaduto qualcosa, lui ha risposto che c’era una noia mortale e che non vedeva l’ora di smontare dal servizio per andare a far compere”.
“Ma se fosse stato lui a…”.
“Ma l’ha visto? No? Beh, è un grande invalido civile: cammina pare agevolmente, ma invece ha una gamba sola e l’altra è una protesi. Non credo proprio che chi ha commesso questo omicidio sia un invalido!”.
“E come ha fatto allora a scassinare e non farsi sentire, l’omicida?”.
“Mi seguano”. Risalirono le due rampe di scalini che separavano il quarto dal quinto piano e si fermarono davanti alla porta sorvegliata dal piantone. Questi sarebbe voluto andare ad avvisare il Commissario che il Questore e il giudice, assieme all’indiziato erano risaliti, ma il questore gli intimò il silenzio e di farsi da parte, anzi di togliersi di mezzo e di andarsi a fumare una sigaretta.
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