Sarà il fascino di C.S.I., il serial che da diversi anni ci accompagna nei meandri della criminologia forense. Oppure semplicemente i fatti di cronaca che – dopo l’affaire Snowden – hanno rivelato come l’occhio indiscreto delle istituzioni ci sia sempre alle calcagna. Fatto sta che la figura del detective, di colui che indaga su persone, aziende e malaffari con pedinamenti, foto ed appostamenti strategici è diventata una professione sempre più richiesta nel mercato del lavoro.
Un’occasione ghiotta per l’Università della Tuscia che ha colto la palla al balzo per inaugurare il corso di laurea in “Investigazioni e sicurezza”. “In In realtà – ha spiegato il Magnifico Rettore Alessandro Ruggieri - sarà un’appendice di Scienze Politiche che permetterà agli studenti di specializzarsi in questo nuovo campo”. In pratica il biennio seguirà il classico iter istituzionale per poi diventare specializzante nell’ultimo anno della triennale, dove le materia saranno vincolate al titolo che il candidato andrà a conseguire.
Scienza della sicurezza, genetica forense e balistica forense saranno solo alcune delle materie presenti nell’ultimo anno di questo corso che trasformerà i discenti in perfetti Sherlock Holmes del futuro.
“Il corso preparerà da più punti di vista – ha aggiunto Ruggieri – ci saranno esami di economia, esami tecnico giuridici, esami umanistici e quelli prettamente tecnici”. Obiettivo: rendere onnisciente il futuro 007.
Inaugurato con un primo seminario di approfondimento, svoltosi il 4 Ottobre, il corso sta già riscuotendo ampio successo, come anticipato dal Direttore Generale dell’Università della Tuscia – Alessandra Moscatelli: “Di un totale di circa 200 immatricolati per l’annualità 2013/2014, sono circa 55 gli studenti che hanno optato per questo corso”. Un primo esito positivo che fa ben sperare gli amministratori dell’Università. Tanto che il rettore Ruggieri ha deciso di posticipare le iscrizioni al 31 Dicembre 2013.
Il motivo del successo è subito spiegato dai coordinatori del corso – Vincenzo Cianchella e Enzo D’Auria – che parlano di possibili sbocchi lavorativi nel mercato odierno. “Questa nuova figura andrà in direzione del decreto normativo del 1 Dicembre 2010 – ha sottolineato Cianchella – che obbliga tutti i detective che aprono un ufficio investigativo a detenere un titolo di laurea triennale. Poi c’è da considerare i campi d’azione che vanno dai semplici pedinamenti alle consulenze in ambiti economici, fino alle indagini su merci contraffatte”.
Inoltre con questo corso di studi verrà mantenuta intatta la disciplina giuridica di fondo che consente l’accesso al concorso per i funzionari di Polizia. Selezione attualmente riservata solo agli studenti di Scienze Politiche e Giurisprudenza. “Una ghiotta possibilità in più – ha affermato D’Aurio - per chi volesse intraprendere percorsi lavorativi più tradizionali”.
C’è poi tutto l’universo che gravita attorno alle nuove tecnologie e ai nuovi mercati: smartphone e gps, hackeraggi di grandi aziende, contraffazione di grandi marchi.
Insomma una figura che va al di là del classico detective alla Bogart con cappello Fedora, trench lungo e rayban wayfarer. La figura che si cerca di plasmare andrà verso una modernità più disinibita: meno duro e più intelligente.
Puntando, ovviamente, un occhio anche ai bilanci dell’Università che da questa iniziativa conta di guadagnare un numero rilevante di iscritti. “Siamo tra le uniche facoltà in Italia che lo hanno istituito – ha concluso Ruggieri – e ci differenziamo profondamente da chi già lo aveva inaugurato gli scorsi anni. Speriamo che questa unicità ci ripaghi”.
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