Tra la serie di apocrifi che hanno da poco raggiunto le librerie Marcos Y Marcos propone un libro composto da otto racconti piuttosto particolare di Dale Furutani dal titolo Strane avventure di Sherlock Holmes in Giappone (euro 15,00, 254 pagg.).

Ambientato nel 1892, in pieno “Grande Iato”, scopriamo presto che Sherlock Holmes, sotto il falso nome dell'esploratore norvegese Sigerson, ha dovuto lasciare prima del previsto il Tibet e si è nascosto a Kuruizawa, località di villeggiatura a un giorno di viaggio a nord di Tokyo e frequentata da inglesi e canadesi. Qui viene introdotto dal colonnello inglese Montague Ashworth a un dottore laureato in medicina occidentale le cui iniziali sono J.W. (sarà un caso, o forse no, ci domandiamo?) J. W. non sta però per John Watson, ma per Junichi Watanabe e i due condivideranno l’appartamento di quest’ultimo dove faremo la conoscenza anche della governante, la signora H… (altro caso?) Hosokawa-san, che anche nelle sembianze fisiche potrebbe ricordare la più nota signora Hudson.

Il dottor Watanabe diviene così il biografo di alcuni accadimenti che rimettono in moto la voglia di indagare di Holmes e descrivono come il Nostro si renda presto un ospite interessante all’interno di una cultura, quella giapponese, molto diversa da quella europea.

I casi non sono complicatissimi, ma mettono in luce il solito acume deduttivo di Holmes che in certe situazioni li confronta con storie ed evidenze già trattate nel canone, come il caso dell’avventura dell’uomo dal labbro storto, quando se la vede con un caso che riguarda i monaci mendicanti.

Voci sinistre nel buio che fanno impazzire un uomo, progetti navali trafugati, un missionario che precipita nel vuoto e molto altro: per essere ospitale sino in fondo, il dottor Watanabe offre al suo ospite i misteri che approdano al suo ambulatorio.

Non sa che lo spilungone in grado di stupire tutti con le sue deduzioni è il grande Sherlock Holmes, in incognito in Giappone per sfuggire al suo peggior nemico Non lo sa, ma è fiero di fargli da interprete di lingua e cultura giapponese, e di assisterlo con il suo buon senso.

Di caso in caso l'alleanza si stringe e dalla stima nasce un'amicizia.

Finché, vincendo il tipico riserbo giapponese, il dottor Watanabe apre il suo cuore al forestiero e gli svela una ferita mai sanata. Risolvendo l'ultimo mistero, sarà Sherlock Holmes il buon medico che guarisce l'amico dalle ombre del passato.

E’ quasi un peccato che, visto quanto sia credibile la permanenza di Holmes/Sigerson in Giappone, in questo testo di Furutani, il dottor Watson non ne abbia (ovviamente) mai potuto parlare nei sui racconti...