Avevamo lasciato il Nostro e i giochi a lui dedicati alla seconda parte degli anni Sessanta, periodo turbolento anche in ambito ludico, con la progressiva crescita del gioco di simulazione strategica di ambientazione storica (volgarmente detto wargame), e lo riprendiamo nel bel mezzo degli anni Settanta, periodo dalle svolte ancor più radicali nel nostro stesso ambito (nel 1974 nasce infatti ufficialmente il gioco di ruolo, con la prima edizione di Dungeons & Dragons).
Il primo gioco che troviamo nella nostra rassegna è The Sherlock Holmes Game, pubblicato nel 1974 dalla statunitense Cadaco (casa editrice piuttosto famosa ai tempi, paragonabile un po' alla nostra Clementoni, e autrice di giochi da tavolo piuttosto variegati nei temi e nelle tipologie, ma rimasta celebre principalmente per un suo football americano da tavolo, con miniature colorate, un po' la risposta statunitense al Subbuteo – cui non lega neppure le scarpe, ma non siamo qui per fare polemiche...). Si tratta di un gioco di interesse minore, dalle meccaniche piuttosto simili alla Battaglia Navale, caratterizzato dalla presenza di un magnete, utilizzato per individuare dove Moriarty ha nascosto i gioielli della Corona.
Ben altro interesse assume invece il gioco successivo dedicato al Detective londinese: 221-B Baker Street, pubblicato per la prima volta nel 1975, è una pietra miliare dei giochi dedicati personaggio, il modello – superato poi da Consulting Detective – contro il quale si sono paragonati gran parte dei titoli usciti in seguito.
Nel gioco, ogni partecipante assume il ruolo di Holmes e deve precedere gli avversari nel risolvere il caso proposto ogni volta dalla partita (la confezione base comprendeva 20 casi – addirittura 40 nella versione inglese – ma furono pubblicati negli anni ben 8 set aggiuntivi, che portavano il totale dei casi da risolvere a circa un centinaio).
In ognuna delle partite, attraverso un sistema di tabellone e riferimenti a un libretto illustrato, ciascun giocatore girava per la città di Londra, accumulando indizi per la soluzione del caso (e la vittoria nella partita). Diversamente da Cluedo e derivati, l'intelligenza e la capacità deduttiva dei giocatori è messa maggiormente alla prova, perché non si tratta semplicemente di prendere tessere da un tabellone e arrivare alla soluzione per esclusione in modo relativamente ottuso, ma bisogna prendere appunti e meditare sugli indizi come un vero investigatore. Il gioco esiste in numerose versione internazionali ed è stato più volte ristampato, ma non è mai stato pubblicato in Italia.
Impacchettati i meravigliosi anni Settanta (per me che all'epoca ero un bambino), gli anni Ottanta si aprono con un clone holmesiano di Cluedo (Sherlock Holmes della Whitman Games), che non merita più di una citazione di passaggio, ma vanno poi a segno quasi subito con Sherlock Holmes Consulting Detective, evoluzione intelligente del citato 221-B Baker Street, che si pone sul trono dei giochi holmesiani, e dalla sua prima edizione del 1981, continua a ricevere plausi e ristampe (è recentissima l'edizione italiana della Asterion Press, ma già nel 1987 ce ne era stata una mitica della International Team), e una caterva di premi (miglior gioco fantasy nel 1982 nei Charles Roberts Awards – l'equivalente del premio Hugo per i giochi di simulazione – e gioco dell'anno nel 1985).
Il gioco è sostanzialmente una ripresa, maggiormente gioco ruolistica, del sistema di soluzione dei casi introdotto da 221-B, è estremamente divertente e istruttivo per i fan e non solo, e ha come limite principale, quello della scarsa rigiocabilità (visto che una volta risolto un enigma – un po' come nel caso dei libro-game di gran moda in quegli anni, e non a caso dedicati in parte anche al Nostro – ma ne parleremo in un'altra occasione – è impossibile rigiocare quella partita con gli stessi giocatori). Ma è in linea di massima un difetto minore, facilmente aggirato da una stura di prodotti a lui correlati, usciti nei decenni successivi – e in buona parte giocabili singolarmente, a partire da The Mansion Murders, del 1983 – che hanno aumentato la rigiocabilità del prodotto e prolungato indefinitamente la sua vita ludica (aiutata anche dalle numerose ristampe).
Il 1982 è l'anno di un ritorno della Cadaco al personaggio di Conan Doyle, con l'ennesimo “furto” (come sistema di gioco) ai danni di Cluedo (l'unica differenza rispetto al notissimo gioco della Parker è l'introduzione di una quarta carta indizio e di una rotazione oraria dei turni di gioco), con Sherlock Homes (la fantasia nei titoli è un altro dei punti di forza della Cadaco...).
Citato di passaggio il secondo supplemento stand-alone (ovvero giocabile senza bisogno della scatola base) di Consulting Detective, uscito nel 1984 e intitolato the The Queen Park's Affair, concludiamo questa seconda puntata del nostro viaggio all'interno dell'universo ludico holmesiano con un titolo tutto italiano, Le avventure di Sherlock Holmes, pubblicato nel 1985 dall'Editrice Giochi, e dedicato al cartone animato italo-giapponese (era co-prodotto dalla RAI) ispirato dal personaggio di Doyle. È un gioco per bambini in età pre-scolare, dove i piccoli emuli di Holmes devono accumulare indizi (ottenuti fermandosi su delle caselle) e scoprire il colpevole (con un semplice sistema deduttivo, rivolto a bambini piccoli). È comunque una curiosità degna di nota.
Ci vediamo la prossima settimana per la terza parte della nostra rassegna!
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