Nel numero 132 della collana I bassotti, la Polillo Editore, per l’estate, presenta ai suoi lettori un secondo romanzo dello scrittore Anthony Wynne, pseudonimo usato dal dottore Robert McNair Wilson per firmare i suoi circa trenta romanzi gialli.
Titolo del romanzo: Morte al castello (The Silver Scale Mystery, 1931)
Anche Anthony Wynne si è cimentato con un romanzo che presenta il classico caso dell’omicidio commesso in una stanza ermeticamente chiusa e con le chiavi inserite all’interno, così infatti e’ stato trovato il corpo accoltellato della sorella del proprietario di un castello. Poco dopo verrà uccisa, con la stessa arma, un’altra persona nel castello sempre in circostanze quasi impossibili.
Un unico piccolo indizio permetterà al dottor Eustace Hailey, investigatore dilettante di risolvere il mistero degli omicidi.
L’autore:
Anthony Wynne (1882-1963), pseudonimo di Robert McNair Wilson, si laureò in medicina presso la Glasgow University, ma svolse a Londra la sua attività professionale. Col suo vero nome firmò articoli di carattere medico-scientifico per il Times, la biografia di un celebre cardiologo scozzese del secondo Ottocento (The Beloved Physician, 1926) e alcuni saggi storici sull’epoca napoleonica, argomento di cui era un cultore. Esordì nella narrativa gialla nel 1925 con The Sign of Evil, nel quale introdusse il personaggio del dottor Hailey che comparirà in tutte le sue opere, e nel 1926 diede alle stampe The Double Thirteen e The Mystery of the Ashes. Da quel momento, visto il buon successo riscosso dai romanzi sia in patria sia negli Stati Uniti, continuò a pubblicarne due all’anno fino alla fine degli anni Trenta. Fra questi – oltre a The Case of the Gold Coins (1934) ritenuto il suo capolavoro (Il coltello nella schiena, I bassotti n. 45) – i più noti sono The Red Scar (1928), The Dagger (1928), The Room with the Iron Shutters (1930), The White Arrow (1932), The Cotswold Case (1933), The Red Lady (1935) e Murder in Thin Air (1936). Dopo l’uscita di Murder in a Church (1942), la sua produzione gialla si interruppe per riprendere solo nel 1950 con Death of a Shadow, il suo ultimo romanzo.
La “quarta”:
Mary, l’anziana sorella di Hamish Gregor, il proprietario di un castello nelle Highlands scozzesi, è stata uccisa. La donna è stata trovata inginocchiata accanto al suo letto con uno squarcio sopra la spalla sinistra. Il colpo è stato inferto con una violenza inaudita, ma dell’arma non vi è traccia e inoltre la porta e le finestre della camera nella quale giaceva il corpo erano ermeticamente chiuse a chiave dall’interno. Il dottor Eustace Hailey, che si trova nelle vicinanze del castello, accetta di dare una mano alla polizia e, accorso sul posto, si accorge subito di una stranezza: la presenza, nei pressi della ferita mortale, di una piccola scaglia di aringa. Nonostante l’accuratezza delle indagini, gli investigatori arrivano ben presto a un punto morto e a un’amara conclusione: nessuno può aver commesso quel crimine. Quando ormai il caso di Mary Gregor sembra destinato a rimanere tra quelli insoluti, ecco che, del tutto inaspettatamente, un nuovo delitto, anch’esso commesso in circostanze inspiegabili, viene a sconvolgere la vita del castello. E anche in quel caso sul corpo della vittima viene trovata una scaglia di aringa. Finora inedito in Italia, Morte al castello (1931), con i suoi delitti impossibili, è uno straordinario esempio d’ingegnosità e genialità, caratteristiche tipiche degli autori dell’età d’oro del giallo di cui Anthony Wynne è un riconosciuto maestro.
Anthony Wynne, Morte al castello (The Silver Scale Mystery, 1931)
Traduzione Dario Pratesi
Polillo Editore, collana I bassotti 132, pagg. 310, euro 15,90
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