Mentre il buon Watson se la ride a spostare una bella pedoncella sghignazzante, la partita procede in gran confusione: fra il doppiaggio che si perde nella nomenclatura americana delle mosse e la partita più scenografica che altro, il film non sarà certo ricordato per la sua attendibilità scacchistica, ma di sicuro per l’atmosfera e il coraggio della trovata. Quando nel 1976 nell’episodio Scacco matto (2x07) del telefilm La donna bionica si ricreeranno le atmosfere da giallo classico, il “rituale” creato da Millhauser per Holmes verrà ripreso quasi identico: con tanto di Vincent Price nel ruolo di Watson! Per vedere il film intero, in italiano, ecco il link YouTube: www.youtube.com/watch?v=qE-jLy2NMlE
All’inizio del film il dottor Richard Mortimer sta raccontando l’orribile leggenda che avvolge la casata dei Baskerville, mentre Holmes-Cushing ascolta assorto con una mano sul volto a denotare piena concentrazione. È forse colpito dalla crudezza della leggenda? Visto che poi sbriga la questione con sufficienza («L’Inghilterra è il paese delle leggende: non vedo perché dovrei attribuire a questa un particolare interesse») la spiegazione è un’altra. Forse che quella mano sul volto vuol essere una strizzata d’occhio al pubblico, che dopo una lunga sequenza di attori è la prima volta che vede Cushing nei panni di Holmes? La risposta arriva un secondo dopo: tutt’altro che colpito dalla leggenda, in realtà Holmes stava pensando alla prossima mossa della partita a scacchi che sta portando avanti da solo. Con estrema soddisfazione si allunga sulla scacchiera al suo fianco e con la regina bianca mangia la torre nera. Riuscirà Sherlock Holmes a battere se stesso? Non lo sapremo mai, perché ogni riferimento agli scacchi finisce qui.
«Non sapevo che lei fosse un appassionato di scacchi» afferma stupefatto il dottor Watson nel racconto A Matter of Direction di Raymond M. Smullyan. Questo autore nel 1974 attira l’attenzione su di sé pubblicando sull’autorevole “Scientific American” un racconto (Wich Color?) che contiene in sé un enigma scacchistico che coinvolge Holmes in persona. L’attività di Smullyan come creatore di giochi logici raggiunge l’apice nel 1979 con la pubblicazione di The Chess Mysteries of Sherlock Holmes (Hutchinson & Co. Ltd., ristampato tutt’oggi), che raccoglie tutta la sua produzione di enigmi scacchistici mascherati da pastiche holmesiani.
«Non ho molto interesse negli scacchi come gioco - risponde Holmes alla perplessità di Watson. - Possono esserci però situazioni scacchistiche, Watson, che sfidano la mente come se fossero situazioni reali. Le trovo molto utili come qualsiasi altro esercizio per sviluppare i poteri della pura deduzione, così essenziali per trattare con la vita reale.»
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