Quando si ama un personaggio si ama anche prenderlo un po’ in giro. Fra le varie parodie che nel corso del Novecento hanno amato prendere in giro Sherlock Holmes, svetta quella che più si presenta come “spicciola”, “di poco conto”, espressione per cui lo slang britannico usa un termine che affonda le radici nello yiddish: «schlock».
Nel 1960 Arthur Conan Doyle si sta godendo la pace nata dall’aver smesso di scrivere le storie del suo personaggio - cioè è morto da trent’anni! - eppure il pubblico continua a chiedere nuove avventure dell’investigatore di Baker Street. Agli inizi dell’anno la storica rivista Ellery Queen’s Mystery Magazine si vede recapitare un racconto curioso: l’ha scritto un certo Robert Lloyd Fish, ingegnere civile 47enne - sconosciuto al mondo editoriale - che, girando il mondo fra una fabbrica di vinile e l’altra, ha voluto divertirsi a prendere in giro il personaggio di Conan Doyle. La rivista è entusiasta, queste cose la divertono e infatti già tre anni prima con Her Last Bow Arthur Porges ha iniziato un breve ciclo di storie del suo Stately Homes: è ora di dare spazio a nuove parodie. Nel numero di febbraio 1960 la EQMM regala il battesimo all’anti-segugio per eccellenza, Schlock Homes, protagonista di storie in perfetto stile holmesiano... con però una “l” in meno!
«Non c’era mai stato niente di paragonabile alle 32 storie di Robert L. Fish con Schlock Homes e il suo assistente Dr. Watney, che è anche il narratore - raccontano Watt e Green in The Alternative Sherlock Holmes (2003). - In una serie di scritti dal fascino magnetico, ricchi di strizzate d’occhio e citazioni al Canone, Schlock Homes emerge come un’invenzione letteraria di grande fascino. Con le sue deduzioni erronee, le investigazioni bizzarre e relative disastrose conseguenze, è probabilmente il peggior detective del mondo: ma è anche il più accattivante.»
Il buon Schlock Homes vive al 221B di Bagel Street (altro termine d’origine yiddish, il bagel è un pane ebraico) con il fido dottor Watney e con l’assistenza imprescindibile della governante Miss Essex. Con l’aiuto saltuario dell’ispettore Balustrade (chiamato amabilmente “il buffone di Scotland Yard”), i due sventeranno del tutto casualmente i loschi piani orditi dal professor Marty e dal suo braccio destro: il colonnello Moron (“Idiota”). Non manca la presenza femminile: Irene Addled (“Confusa”).
Tutto il canone “homesiano” appare originariamente sulla Ellery Queen’s Mystery Magazine a partire dal febbraio 1960: per i successici quattro anni Fish proporrà ai lettori della rivista dodici storie «imperdonabilmente ed oltraggiosamente divertenti», come le definisce Anthony Boucher nell’introduzione della prima antologia che le raccoglie, The Incredible Schlock Homes (1965).
Le successive undici storie sono più diradate nel tempo, apparendo in rivista fra il 1964 e il 1974, finendo quindi anche loro in un’antologia: The Memoirs of Schlock Homes. Le ultime nove avventure accompagnano il personaggio fino al 1981 - quando la morte di Fish mette fine alla parodia - e verranno poi raccolte nell’antologia definitiva The Complete Bagel Street Saga (1990).
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