Estate in giallo di AA.VV., Newton Compton 2013.
Le antologie di racconti mi garbano una cifra. Ma recensirli tutti una palla! (lessico giovanilistico per tirarmi su). Quasi mi tolgono il piacere di averli letti. Già scrivere i nomi degli autori e i titoli dei racconti mi mette ansia. Per cui mi affido alle sensazioni e immagini rimaste impresse. Non chiedetemi di più (sono nato il 1° maggio) e leggete altre recensioni.
Caleidoscopio di tematiche, ambientazioni di tempo e spazio, di personaggi che saltano fuori ben vivi e vegeti, scritture spedite senza il respiro asmatico di tanti stupratori di parole. E insomma in primis storia di sfruttamento e di abbandono tra groppo in gola e rabbia (splendida la prima parte a Shanghai, nella norma la seconda). Ritrovo il mitico Radeschi di Roversi, giornalista free-lance, nella Milano rovente sul suo vespone giallo, con il vecchio Motorola e il cane Buck (bentornato!). Vorrebbe andare in vacanza ma tre morti ammazzati lo bloccano; c’è una avventura di magia in crociera che finisce in tragedia e ci sono perfino gli scacchi a chiudere un cerchio funesto (però la Regina e l’Alfiere maiuscoli, benedetta Lamina!).
Poi, poi si va nel futuro con un pezzo forte di Lugli. Scontri tra bande scalcinate e violente, sentimenti a farsi fottere, povertà, miseria ladra e va bene pure un topo scalcagnato ma ancora meglio un essere umano e una femmina vale ancora di più (prosa secca adeguata). Non mancano il classico racconto spensierato che si trasforma in un incubo con un pizzico di sovrannaturale a stringer le chiappe, e perfino una vicenda ambientata nel Settecento dove un violino disgraziato maledetto la fa da padrone. Già letto da altra parte lo spunto copiarello con aconico incorporato ma ci si passa sopra per l’abilità dell’autore onusto di fresca gloria.
Sette racconti di razza e trascrivo, via, (con fatica) anche i nomi e cognomi degli altri autori che eventuali accidenti sarebbero letali per il sottoscritto: Massimo Lugli, Marcello Simoni, Francesca Bertuzzi, Silvia Montemurro, Diana Lama, Giulio Leoni, Paolo Roversi.
Bravi ragazzi, anche se non siete più ragazzi.
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