Per i lettori che mi seguono nella mia rubrica riporto alcuni esempi di questo stretto legame, anche quando gli scacchi non sono al centro della trama, estrapolati dalle mie letture.

1) Nel libro di Anthony Boucher Il caso del sette del calvario, Polillo editore 2004, dal signor Griswold si viene a sapere che il professore di sanscrito John Aswin, una specie di Nero Wolfe che beve e fuma come un turco, (sempre che questo detto sia vero), sa giocare a scacchi.

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2) In Delitti esemplari di Max Aub, Sellerio editore 2006, viene riportato un esempio simpatico (si fa per dire) relativo agli scacchisti. In buona sostanza quando un giocatore di scacchi vince troppo c’è sempre il rischio che si becchi un Alfiere in un occhio.

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3) Nel thriller La stanza dei morti di Franck Thilliez, pubblicato dalla Nord editrice 2007, la protagonista principale, il brigadiere Lucie Henebelle del commissariato centrale di Dunkerque, ad un certo punto fa un paragone che interessa i giocatori di scacchi “Potremmo paragonare il “fattuale” al gioco degli scacchi al computer, mentre la coppia “fattuale/spirituale” al giocatore di scacchi ben più temibile”. Ma al suo collega Raviez non piacciono gli scacchi e la invita a lasciar perdere le sue considerazioni a ruota libera. Un altro spunto sugli scacchi quando Vigo compra l’ultimo modello di scacchiera elettronica e alla fine del suo colloquio per un posto di lavoro durante il quale tratta male il suo interlocutore “Scacco matto. Il re è morto” sottolinea lo scrittore.

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4) In Il matematico impertinente di Piergiorgio Odifreddi, Longanesi 2005, abbiamo alcune pagine dedicate al rapporto scacchi-informatica e scacchi-matematica con vari riferimenti a grandi campioni di scacchi, in special modo a Lasker.

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5) In Asassinio all’Università di Thomas Kyd, Polillo editore 2007, sappiamo che il tenente Phelan sa giocare a scacchi e collega i bambini prodigio “con una certa prosperosità, perché i campioni di scacchi e quelli che vincevano i giochi a premio avevano quell’aspetto”. Per lui, comunque, gli scacchi sono un gioco “pretenzioso”, non vuole saperne di regole e gioca con una “semplicità così ingannevole” da irritare il suo avversario e capo Cleveland Jones.

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6) Nel libro di Victoria Thompson L’albero degli impiccati, Mondadori 2007, citati vecchi che giocano a scacchi a pagina dieci.

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7) Nel libro di Raul Montanari E’ di moda la morte, Giulio Perrone editore 2007, più precisamente nel racconto Roulette russa, uno stilista, prima di uccidersi con il veleno, ricorda il suo amore vero per un giovane campione di scacchi e ciò che gli diceva “spesso un giocatore di scacchi analizza per un’ora intera una mossa e poi decide in un secondo di farne un’altra”.

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8) Lord Peter Wimsey, affascinante creatura di Dorothy Sayers, conosce gli scacchi ma, pur essendo un tipo alquanto snob e con una robusta considerazione verso se stesso, dichiara (in uno dei suoi rarissimi momenti di umiltà) “Non sono bravo. Mi piace, ma continuo a pensare alla storia dei vari pezzi e alle caratteristiche delle varie mosse. Così vengo sconfitto. Non sono un giocatore” (Lord Wimsey e il mistero del Bellona club, Donzelli 2006).

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9) Il diabolico Bishop sta alla base del racconto La curiosa omissione di Isaac Asimov in I racconti dei vedovi neri, minimum fax 2007. Il signor Atwood ha ricevuto un lascito di diecimila dollari da un suo amico burlone, chiusi in una cassetta di sicurezza in una banca degli Stati Uniti. Per trovarla deve riuscire a decifrare il significato della frase “La curiosa omissione in Alice” che gli è stata detta in punto di morte. A risolvere l’enigma è il solito Henry, il cameriere della strana e divertente combriccola dei Vedovi Neri, basandosi proprio sul doppio significato di Bishop, Alfiere e vescovo.

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10) Nel racconto Mistero all’obitorio di Fredric Brown in I delitti della camera chiusa di autori vari, Polillo 2007, abbiamo una partita di scacchi tra il dottor Skibbine e Mr. Paton “due veri e propri fanatici degli scacchi”. La partita si chiude con uno scacco doppio di Cavallo a Re e Regina in favore del dottore.

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11) Sempre in questa raccolta di partite, nel racconto Il gufo alla finestra di G.D.H. e M.I. Cole c’è un invito di Mr. Carluke a Mr. Barton per una partita a scacchi.

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12) La regina degli scacchi di Walter Tevis, minimum fax 2007, non è un giallo ma lo consiglio lo stesso a quei lettori che desiderano conoscere più a fondo il mondo degli scacchi. O meglio ciò che avviene nell’animo tormentato degli scacchisti. Personaggio “immortale” la piccola Beth Harmon “destinata a un’esistenza squallida come l’orfanotrofio in cui è rinchiusa”. Gli scacchi saranno il suo riscatto.