I libri di Giallo vanno a ruba (milionate e milionate di copie) perché le sue idee sono nuove e originali. Questa volta si tratta di affrontare il problema del delitto in una camera semichiusa e quello del passato che riemerge terribile nel presente in una miriade di romanzi polizieschi. Come risolverli? Seguite l’intervista…

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R- Ti vedo bello pimpante Giallo.

G- Non c’è maiale, si dice dalle nostre parti.

R- Inizio delicato. Impeccabile.

G- Non c’è male, allora.

R- E qual ne fu la ragione?

G- I miei ultimi libri stanno andando a gonfie vele. “Quando arriva la cacarella”, Edizioni Corpo Sciolto, è a cinquecentomila copie…

R- Miezzeca!

G- Si vende addirittura in farmacia.

R- C’era da immaginarselo.

G- “Io sono maiala!”, Edizioni Micateladogratis, ha superato addirittura il milione lasciando indietro “Io sono Dio” che non si sa nemmeno da chi è stato scritto.

R- Da Faletti.

G- C‘è chi dice che il suo nome sia solo una copertura ma a me interessa solo batterlo con il mio che è diventato una specie di libretto rosso delle casalinghe disperate. “Io sono maiala!” è ormai il grido di battaglia che serpeggia per tutta l’Italia. Una bella soddisfazione.

R- Ci credo. Una specie di orgoglio nazionale…

G- Bravo. Scrivilo, scrivilo.

R- Lo scrivo. Piuttosto ti vedo con un sorrisetto che non promette niente di buono.

G- Ho in mente un paio di progetti.

R- Levaci il pensiero.

G- Ti ricordi della mia nuova idea sul delitto in una camera aperta rispetto alla vetusta e logora camera chiusa?

R- Indelebile nella memoria come la faccia di Calderoli.

G- Bene, ho discusso con il mio editore e siamo venuti ad un compromesso.

R- Di che genere?

G- Tra la camera chiusa e la camera aperta.

R- Non capisco.

G- Ti illumino.

R- Illuminami.

G- Metteremo in cantiere una serie di racconti sul delitto in una camera semichiusa. Non troppo aperta e nemmeno troppo chiusa. L’editore non vuole avventurarsi in situazioni di rombante avanguardia. Ha paura che il lettore tradizionale rimanga spaesato.

R- Ma…non capisco…

G- Lapalissiano. C’è un delitto in una camera. Questa camera, mettiamo, ha una porta e due finestre. Okey?

R- Okey.

G- Ebbene una di queste finestre o la sola porta rimarrà aperta. Facile come bere un bicchiere d’acqua.

R- L’editore ritiene che in questo modo il lettore tradizionale si senta più a suo agio, riesca ad accettare la novità…

G- Bravo. Hai capito perfettamente.

R- Io, invece, ho paura…

G- Ariecco il solito dubbioso, il solito indeciso, il solito palloso! Un compromesso accettabile. Sarà un successone. Mi…

R- Milionate e milionate di copie, mi immagino.

G- Esatto. Scrivilo.

R- Già scritto. Possibile titolo?

G- “Spifferi sanguinolenti”, proprio perché la camera non è chiusa a dovere. Che te ne pare?

R- Non fa una grinza.

G- Altro progetto.

R- Vai.

G- Basta con il passato che entra nel presente in quasi tutti i romanzi polizieschi. Non se ne può più. Una rottura di palle incredibile. Il passato è passato. E lasciamolo in pace una buona volta!

R- La novità?

G- Niente passato che rompe…

R- Questo si è capito. E allora?

G- Sarà il futuro ad entrare nel presente.

R- Però…Non me l’aspettavo.

G- Lo vedi? Anche tu sei rimasto sorpreso.

R- Non lo nego.

G- Un’idea fresca, nuova, moderna, originale che farà piazza pulita di tutte le fregnacce logore e stantie…

R- Questo sarà pur vero…ma non capisco come il futuro…

G- Se si sa che al protagonista principale accadrà in futuro, per esempio, di essere ferito mortalmente da un tizio alto un metro e novanta con le lentiggini, i capelli rossi e una voglia di lampone sulla fronte. Ebbene il nostro eroe starà attento e cercherà di evitare tutti quelli alti un metro e novanta, con le lentiggini, i capelli rossi ed una voglia di lampone sulla fronte.

R- A parte il fatto che trovare un tizio alto un metro e novanta con le lentiggini eccetera eccetera è come trovare il classico ago nel pagliaio, ma, dico, come fa questo benedetto protagonista principale a sapere che cosa…

G- Ed ecco il solito pignolo, cavilloso, pedante, sofistico…

R- Mettiamoci pure razionale che mi va bene.

G- Come fa, come fa, come fa. Non sai dire nient’altro.

R- In questo caso basta e avanza.

G- E allora bello mio sappi che ho già pronto il libro qua, già stampato nella mia testa.

R- Non ci credo.

G- Vuoi sapere il titolo?

R- Dimmelo, ma prima chiudo gli occhi.

G- “Il commissario Giuseppone e il tizio alto un metro e novanta, con le lentiggini, i capelli rossi ed una voglia di lampone sulla fronte”. Che ne dici?

R- Al bacio.

G- Un successone.

R- Milionate e milionate di copie.

G- Scrivilo.

R- Già scritto.

(domani "Intervista a Giallo III")