La Polillo Editore invia in libreria il numero 113 della collana I bassotti che con il titolo Tutto iniziò con un calice spezzato (I Met Murder, 1930) presenta un romanzo inedito dello scrittore Selwyn Jepson.
Il romanzo si svolge nella bella residenza di campagna di John Arden un noto sociologo. Questi, come avviene ogni settimana, ha invitato varie persone a una cena che si svolge con persone che si conoscono e si stimano.
Durante un brindisi avviene un fatto assolutamente inaspettato: una pallottola di fucile spezza il calice che il padrone di casa teneva in mano. Qualcuno ha sparato dal giardino attraverso la finestra aperta.
Questo fatto spiacevole è solo l’inizio di una serie di omicidi. Vari ospiti che erano presenti alla cena, saranno uccisi nonostante siano state prese molte precauzioni e la polizia stia all’erta e conduca le indagini con l’aiuto di un criminologo.
Il finale di questo romanzo, scritto nel 1930 è un colpo di scena degno dei grandi maestri del giallo.
L’autore:
Selwyn Jepson (1899-1989) nacque a Londra da Edgar Alfred Jepson, affermato romanziere, e Frieda Holmes, figlia del musicista Henry Holmes. Dopo gli studi presso la St. Paul’s School di Londra e la Sorbona, verso la fine della prima guerra mondiale il giovanissimo Selwyn servì nel Middlesex Regiment e nei Tank Corps. L’esordio nella narrativa gialla avvenne nel 1922 con The Qualified Adventurer. Nel ventennio successivo pubblicò numerosi mystery, di cui I Met Murder (1930, Tutto iniziò con un calice spezzato) è uno dei più riusciti, e oltre 150 racconti per riviste inglesi e americane, tra cui By the Sword (1938, Di spada, incluso nell’antologia Altri delitti di Natale - I bassotti n. 42). Negli anni Trenta scrisse anche diverse sceneggiature originali e adattamenti per il cinema britannico tra cui la versione cinematografica realizzata nel 1936 di The Scarab Murder Case (1930, La dea della vendetta) di S. S. Van Dine. Jepson, che nel 1940 aveva dato alle stampe l’acclamato Keep Murder Quiet, nel dopoguerra proseguì l’attività letteraria pubblicando, oltre a mystery senza personaggio fisso, una mezza dozzina di romanzi con protagonista l’investigatrice dilettante Eve Gill, che resta la sua creazione più famosa ed è l’eroina del film di Alfred Hitchcock Paura in palcoscenico (1950), tratto da Man Running (1948). Negli anni Cinquanta Jepson scrisse ancora qualche sceneggiatura cinematografica e in seguito radiodrammi e sceneggiati televisivi.
La “quarta”:
Eastblyth Manor, a molti nota come “il Castello”, è la residenza di campagna di John Arden, eminente sociologo inglese che vi conduce una vita tranquilla, solitaria e dedita al lavoro. Qui, ogni settimana, Arden dà prova del suo buon gusto in materia di vini e di cucina invitando a cena alcune conoscenze del luogo: il finanziere Hamish Page, il reverendo Lionel Lake, la scrittrice Katherine Codrington, il professor Gilbert Skinner e la sua giovane e scapestrata figlia Anita. Ma una di queste cene è destinata a cambiare inesorabilmente la vita del padrone di casa e dei suoi invitati. All’improvviso, nel bel mezzo della serata, il calice di vino che Arden tiene in mano si spezza in due e una pallottola si conficca nel pannello di legno dietro la sua testa. Il proiettile, a quanto pare, è entrato dalla finestra aperta che si affaccia sul giardino di fronte alla casa, ma l’identità dell’attentatore e il movente sono un autentico mistero. Quel tentato omicidio darà l’avvio a una serie di inesplicabili delitti che vedranno come vittime i partecipanti a quella cena, malgrado le loro precauzioni e l’impegno della polizia, spalleggiata dal valente criminologo George Jupp
Selwyn Jepson, Tutto iniziò con un calice spezzato (I Met Murder, 1930)
Traduzione Bruno Amato
Polillo Editore, collana I bassotti 113, pagg. 246, euro 14,40
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