…Ma il terrore rimane di Carter Dickson, Mondadori 2012.
Alla fine della storia “Solo un’altra cosa sono curiosa di sapere, ma curiosa da morirne. Quell’avventura nel diciottesimo secolo l’abbiamo vissuta veramente, forse per imparare una qualche lezione? O l’abbiamo sognata?” chiede Jennifer a Philip.
Ecco il succo. Philiph Clavering, oggi sospettato di un delitto, viene scaraventato insieme alla donna che ama, leggi Jennifer, nel 1795 come conte di Glenarvon, con lo stesso sospetto. Praticamente di avere fatto fuori Molly, la cameriera della moglie Chloris che le assomiglia in modo straordinario. In realtà pensano che volesse uccidere proprio la moglie in quanto piantatrice di corna.
Dubbi iniziali per entrambi i personaggi, lampi improvvisi che fanno ricordare qualcosa. Philip più sbigottito di lei al loro primo incontro “Sapeva solo di essere stato scaraventato nel passato in uno scoppio di tuono” tra “strana gente, tutta pose e affettazioni e sguardi in tralice dietro gli occhialini”. In seguito arriva la consapevolezza di essere stati trasportati indietro nel tempo “a recitare la stessa spaventevole storia, proprio come facemmo nell’altra vita” e non sanno di che storia si tratti.
Insomma si tratta di vivere una storia nel passato che ricorda in qualche modo un evento già compiuto. Un guazzabuglio di situazioni incredibili, scontri e incontri di pugilato, tresche amorose con passaggio segreto, fuga, una bottiglia di vino con narcotico, di mezzo pure il principe di Galles.
Prima parte fino all’omicidio eccellente con una atmosfera di curiosa inquietudine che pervade la storia, seconda parte fin troppo “incasinata” anche se ad un livello piuttosto alto.
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