Ellery si svegliò e guardò il suo orologio da taschino: possibile che fosse arrivata la mezzanotte? No, ancora no. Mancava circa un’ora alla mezzanotte, al momento in cui Babbo Natale sarebbe arrivato sulla sua slitta trainata da renne, in alto, nel cielo, e poi, descrivendo ogni volta una magica virata, avrebbe planato sul tetto di un’abitazione, per introdursi dal camino.
-Svegliati pa’. E’ quasi Natale. Non avevi detto che saremmo dovuti andare alla funzione di Padre O’Rourke, quel prete papista che si occupa di beneficenza agli orfani e presenziare alla sua funzione, come ti aveva chiesto di fare un tale che, mediante una lettera anonima, vi aveva segnalato la possibilità che qualcuno attentasse alla vita di padre O’Rourke? La Messa di Natale, che sta per tenere all’aperto, è sotto gli abeti e le querce, presso la sua chiesa. Accenderà dei grandi fuochi presso cui riscaldarsi, e in una capanna si ripeterà la nascita di Gesù. Ti ricordi? Pà, pà, ma che fai ? Dormi di nuovo?
-Ho sonno.
-Beh, fattelo passare.
E se lo trascinò dietro mezzo addormentato.
“A questo punto so io che fare”, disse tra sé e sé Ellery. Si accovacciò, raccattò un po’ di neve e la strofinò energicamente sul volto di suo padre che così si risvegliò del tutto.
-Dico, Ellery, ma sei matto?
-Almeno, ora sei sveglio! Meglio così. Chiuse il portone di casa e si avviarono verso il luogo dell’appuntamento.
In Preston Square era stata allestita una sobria messa all’aperto: un altare ricavato da due casse di whisky accostate su cui era stata sistemata un’asse di legno, su cui erano posti su una tovaglia bianca, il calice, la pisside, una piccola bottiglia di vino, quelle che parevano delle ostie, e una Bibbia coi Vangeli.
Preston Square era un piccolo spiazzo: si trovava tra la Lincoln Avenue e la 67^ Est. L’altare si trovava quasi a metà dello spiazzo.. Dietro, a distanza di qualche metro, si trovava Padre O’ Rourke assiso su quella che sembrava una cassa di whisky, e tutti attorno a lui, i suoi poveri orfanelli, maschi e femmine, avanti rispetto a lui di qualche metro, un po’ come i “subsella” dei presbiteri di certe chiese greche. Alle spalle del prete, due abeti i cui tronchi si alzavano storti quasi divergendo da un medesimo punto, a formare una V, quasi fossero sotto il peso dei peccati e quella V significasse Vittoria, la Vittoria sul Peccato; e poi tutt’attorno una serie di querce, che circondavano come formando una cupola, con le loro propaggini ramose; solo una piccola porzione centrale era libera, e da lì si poteva vedere il cielo stellato.
-Sbrighiamoci. E’ già cominciata.
-Che strano posto e quante querce! Sembra non essere neanche a New York! Hai visto come queste querce creino una specie di enorme gazebo?
-Sì, l’avevo notato. Molto suggestivo.
-Dio! Fa un freddo bestiale!
-Per forza: stiamo al 25 dicembre!
Il prete dopo le letture, e dopo la cerimonia dell’esposizione del Vangelo all’assemblea, cominciò a leggere, alzatosi in piedi. E con lui i suoi orfanelli, e l’assemblea. Per leggere, avanzò verso l’altare; si inginocchiò, poi si rialzò, annaspò come a cercare un appiglio, e subito dopo, come un burattino senza più guida, cadde nella neve.
I suoi occhi tristi guardarono i suoi orfanelli, rimasti di nuovo soli, che gli si assieparono disperati attorno.
Un’ultimo sguardo al cielo stellato, una cui porzione si intravedeva attraverso le fronde e i rami, e delle lagrime rigarono le sue gote; e disse delle cose, che ai più furono intelligibili. Poi segnò qualcosa nella neve. Poi le pupille giacquero immobili. Solo quando la neve si tinse di rosso, si capì che non era stato colpito da un malore, ma da qualcos’altro.
L’Ispettore Richard Queen, facendosi largo tra la folla, gridò ad uno, che sembrava un bottegaio:
-Chiamate la polizia. Subito! Sono l’Ispettore Richard Queen della Polizia di New York. Chieda di parlare col Sergente Velie, e quando glielo passano, gli dica di venire subito qui, con degli agenti, e di avvisare Prouty.
-Chi?
-Samul Prouty, Maledizione! Il medico legale! Corra! Si sbrighi! Ellery, Ellery, ma dove sei ragazzo?
Poi lo vide. Ellery era chinato presso il sacerdote, mentre una folla silenziosa lo attorniava, muta. Vide Ellery scuro in volto e teso, chiudere gli occhi del sacerdote. Lo aveva rivoltato delicatamente: un pugnale sottile e piccolo era conficcato al livello della nuca.
-E’ stato pugnalato.
-Ma da chi? Noi eravamo presenti! Io non ho visto nessuno avvicinarsi a lui.
-Ah, questo lo confermo anch’io. Eppure è stato pugnalato. La cosa strana è che non abbia gridato.
-Forse gliel’hanno lanciato da lontano.
-Con questo buio? E come avrebbero fatto a centrarlo con tanta precisione e a sapere che sarebbe bastata una pugnalata per ucciderlo?
-Anch’io concordo sulla stranezza che il prete non ha gridato. Ah, che bell’orologio! Importante! E con la doppia cassa in oro! Si trattava bene il papista! Ma non mi avevi detto che era povero?
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