Un uomo con troppi segreti per essere innocente; una serie di fatti che non chiamare prove spingerebbe “l’idea di coincidenza ben oltre la linea dell’orizzonte”; uno sbirro tutto d’un pezzo, esperto nell’arte di interrogare; tre delitti efferati; una stanza anonima in un’anonima stazione di polizia della provincia britannica; una lunga notte e il fumo di moltissime sigarette; un finale sorprendente.
Questi gli ingredienti di un noir ferocemente immobile, in cui la scena del delitto è il paesaggio nebbioso delle relazioni. Quelle tra marito e moglie, che si nutrono di silenzi e ipocrisie, le relazioni sociali, ingabbiate nelle convenzioni, e il rapporto, ambiguo, che lega inquisitore e inquisito, contaminato dalla paura e dalla perversione.
L’ispettore Lyle ha una sola notte – secondo le regole dello stato di fermo – per trasformare il sospettato perfetto in un reo confesso, prima che la legge miope arrivi a offrirgli immeritate scappatoie. Ma, forse, non è la legge a essere miope.
Il romanzo Stato di fermo (Brainwash) ha suscitato l’interesse del cinema francese, ai tempi del grande noir, e americano. Ne sono stati tratti due film, interpretati da Lino Ventura e Michel Serrault – in ‘Garde à vue’ – e da Gene Hackman e Morgan Freeman – in ‘Under Suspicion’. Opere che, malgrado l’ottima regia e la statura degli attori, non sono riuscite a raggiungere le vette e la potenza evocativa impresse da Wainwright nelle pagine di questo emozionante romanzo.
"Comprimete un matrimonio – gli stress, gli sforzi, il dare e avere di un lungo matrimonio – nel breve tratto di tempo di qualche ora e avrete, in pratica, gli ingredienti di un interrogatorio di successo (o di insuccesso). All’inizio c’è una fusione di menti. All’apparenza un reciproco rispetto. Poi con il passare degli anni (con il passare delle ore) una personalità dominante emerge, è accettata e il matrimonio diventa completo… e l’interrogatorio diventa un interrogatorio. Non c’è ritorno. Non c’è ‘ricominciamo da capo’. La relazione a questo punto è inalterabile; c’è una tacita pretesa da una parte e una rassegnata accettazione dall’altra.
Molti, per altri versi, ottimi poliziotti restano ‘scapoli’, almeno per quel che concerne l’interrogatorio, per tutta la loro carriera in polizia. Possono fare domande, possono raccogliere prove, possono investigare un crimine. Ma non sapranno mai interrogare.
Lyle sapeva interrogare.
E mise tacitamente il marchio del suo predominio su Barker con quella domanda, posta con tono quasi indifferente: «Ora… mi dica cosa faceva nel boschetto.»"
John Wainwright (1921-1995) è stato per vent’anni agente di polizia nello Yorkshire inglese, prima di diventare scrittore a tempo pieno. Autore di romanzi police procedural, alla narrativa poliziesca ha affiancato noir, gialli classici e thriller.
Tra le opere più famose: The Crystallized Carbon Pig (1966), Cause for a Killing (1974), Square Dance (1975), Do Nothin’ till You Hear from Me (1977), Cul-de-sac (1984), Portrait in Shadows (1986).
Stato di fermo
di John Wainwright
Edizioni paginauno
collana Narrativa
220 pagine | 17,00 euro
ISBN 9788890496233
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