Il gatto del Rettore di Giorgio Celli, Morganti 2011. Leandro Marchi, genetista e Rettore dell’Università degli Studi di Bologna, creatore del Golden Rice, il riso d’oro per salvare milioni di vite umane nei paesi del terzo mondo, (ma dietro ci sono le solite speculazioni di denaro e le solite truffe a danno dei contadini del Pakistan), chiede l’intervento dell’ex commissario Angelo Michelucci, perché ogni sera si sente osservato da un individuo con un impermeabile sotto la sua casa che legge il giornale. Dopo un po’ lo stesso Leandro viene trovato morto impiccato nel suo studio.
Da qui inizia l’indagine vera e propria del nostro investigatore che pratica lo Zen, è piuttosto schivo nel rapporto con gli altri, ama passeggiare e pensare alle piccole cose, vive con la governante Ka, senegalese di quaranta anni, “una montagna di carne”, (clandestina da lui salvata che avrebbe dovuto fare la maîtresse in una casa di piacere) e con Abdul, una specie di guardia del corpo silenziosa. Poiché l’ucciso ha un gatto di nome Bianco, Leandro lo prende con sé e sarà proprio lui a fornirgli lo spunto (in verità piuttosto banale) per risolvere il caso.
Il libro si presta pure ad una sentita critica delle ingiustizie accademiche “La cattedra è un idolo a cui si sacrifica tutto”, di mezzo pure il sesso pervertito ed estremo, vedi villa Gioia “una sorta di camuffato postribolo per delinquenti con appetiti sessuali da manuale di psicopatologia”, e la delusione dell’amicizia.
Semplice e ingenuo, via, pure un po’ scolastico, ma un saluto e un ringraziamento al grande entomologo scomparso glielo voglio mandare lo stesso.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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