Il novantanovesimo numero della collana I bassotti è un romanzo della scrittrice inglese Mary Fitt e presenta il romanzo I tre corni da caccia (The Three Hunting Horns, 1937).
Il nome della scrittrice non è sconosciuto nel nostro paese in quanto, in passato, sono stati tradotti vari suoi romanzi fra cui il presente che apparve in un Supergiallo nel 1940 con il titolo Le tre fanfare.
Nel romanzo il colonnello Anderson si trova in Francia ed è ospite di Madamoiselle de Sorbon, la cui nipote Margherite è stata ospite del colonnello in un suo soggiorno in Inghilterra.
Dopo la cena presso un loro vecchio zio, questi in onore dell’ospite decide di suonare un corno di caccia orgoglioso di saperlo usare.
Ad ogni nota, stranamente in altra parte del maniero ne risponde un’altra e a un controllo trovano deceduto da poco il fratello dell’ospite. Accanto a lui un corno da caccia. Evidentemente lo stava suonando e lo sforzo lo ha ucciso.
Quando tutti rientrano nella sala trovano lo zio di Margherite anche lui morto.
Parrebbero due morti naturali di due anziani signori, ma Margherite non crede nelle coincidenze e allora....
L’autrice:
Mary Fitt (1897-1959), pseudonimo dell’insigne grecista inglese Kathleen Freeman, nacque a Yardley e compì gli studi presso l’University College of South Wales, dove fu docente di greco dal 1919 al 1946. Esordì nella narrativa gialla nel 1936 con Murder Mars the Tour e due anni dopo creò il suo personaggio per eccellenza, l’ispettore Mallet, poi sovrintendente, che fece la sua prima apparizione in Expected Death e l’ultima in Mizmaze (1959), comparendo in tutto in diciotto dei ventisette mystery dell’autrice. Soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, alternò la pubblicazione di gialli a quella di saggi sul mondo greco classico rivolti, come dichiarò spesso, alla gente comune e firmati col suo vero nome. La sua produzione comprende anche innumerevoli articoli per riviste accademiche, diversi romanzi non di genere poliziesco, due dei quali firmati con lo pseudonimo di Stuart Mary Wick, uno studio su Jane Austen, una serie di libri per bambini e svariati racconti gialli. Con l’ammissione nel prestigioso Detection Club di Londra, avvenuta nel 1950, Mary Fitt entrò nel numero dei grandi giallisti inglesi. Fra i suoi mystery migliori, oltre a I tre corni da caccia (The Three Hunting Horns) si segnalano Death and Mary Dazill (1941), Death and the Pleasant Voices (1946), Death on Heron’s Mere (1941) e Sweet Poison (1956).
La quarta:
Nel corso di un viaggio in Francia, il colonnello Anderson fa una visita di cortesia a Mademoiselle de Sorbon, la cui giovane nipote Margherite era stata sua ospite in Inghilterra qualche tempo prima. Il colonnello spera di liquidare in fretta questa incombenza, ma la donna insiste per fargli conoscere la famiglia invitandolo al ricevimento di un suo vecchio zio, il marchese François de la Frelonnerie. Dopo cena il marchese, in ossequio alla tradizione venatoria inglese, decide di deliziare i suoi ospiti suonando uno dei suoi pregevoli corni da caccia. Ma una strana eco segue le possenti arie intonate dal marchese. O meglio, sembra che qualcuno da un’altra parte della casa ripeta le stesse note negli intervalli di silenzio. Mentre tutti si interrogano su questo curioso fenomeno, una tragedia si consuma al piano di sopra: il fratello del marchese viene trovato morto nella sua stanza con accanto un corno da caccia. Pochi istanti dopo, al pianterreno, anche il marchese passa a miglior vita. Una tragica coincidenza? Non è da escludere: i due uomini erano molto anziani e di salute precaria, e il loro medico li aveva già ammoniti da tempo a non suonare più il corno. Mentre il resto della famiglia sembra fin troppo disposto a rassegnarsi a questa incredibile fatalità, Margherite nutre qualche dubbio… Il romanzo fu pubblicato originariamente nel 1937.
Mary Fitt, I tre corni da caccia (The Three Hunting Horns, 1937)
Traduzione Marisa Castino Bado
Polillo Editore, collana I bassotti 99, pagg. 274, euro 13,90
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