-E invece..nulla. Nessuno ha visto quel film: peccato! Ma lei non si dette per vinta: la borsa, vuota sarebbe dovuta essere floscia, eppure era stranamente rigida.
-Possibile che..?
E così trovò il registro, occultato dietro il tessuto interno, opportunamente tagliato con un cutter e poi ricucito con dello scotch: insomma un doppio fondo.
Luca non credeva ai suoi occhi.
-Ma come hai fatto?
-Ho pensato che forse nella borsa tua..l’unica cosa che non avessi visto: furbi, eh? Hanno pensato che tutti avrebbero esaminato i loro zaini ma nessuno, avrebbe mai pensato alla tua borsa: così tu avresti portato, proprio tu, il registro fuori dall’aula.
-Delinquenti! Ma..le foto non ci sono!
-Come?
-Sì non ci sono: le hanno nascoste altrove!
-Non è possibile. Abbiamo esaminato e buttato all’aria tutto in quella classe, persino l’armadio: l’abbiamo esaminato dal di dentro, sotto, sopra, e dietro: non c’è nulla. La cattedra e la carta geografica. In quella classe non c’è nulla.
-Ma qualcosa stamattina doveva pur esserci in più: rifletti, cosa c’era in quell’ aula che noi non abbiamo esaminato?
-Nulla.
-Impossibile: qualcosa doveva esserci, qualcosa che assieme non abbiamo controllato.
-Ma non c’era nulla, ti dico.
-Non è possibile. Qualcosa per forza è sfuggita.
E come presa da un pensiero improvviso, si rivide in quell’aula. E rivide anche il suo collega e amico e pensò ad una cosa
-Scusa, ma tu stamattina sei venuto a scuola come ti ho visto? Stamattina l’aria alle 8 era fresca: possibile che te ne sia venuto a scuola solo con una polo? Non è che avessi dell’altro?
-Una giacchetta.
-Ma non l’avevi stamattina!
-No, quando sei venuta, l’avevo messa nel mio armadio personale nella stanza docenti: mi faceva caldo. Ma non ti preoccupare: non c’era nulla. Nessun doppio fondo delle tasche!
Ma Agata era determinata. E così Luca e lei ritornarono a scuola: fortuna che vi fosse qualche PON e quindi la scuola non era chiusa. Andarono in sala docenti, lui aprì il suo armadio e prese la giacchetta, lei la esaminò a fondo, poi, nello sbalordimento del compagno, prese un coltellino e cominciò a tagliare la fodera interna della giacca.
-Che fai? E’ nuova! No! Mi è costata duecento euro.
-Preferisci un bel provvedimento che macchi la tua carriera?
Tagliò la fodera interna delle spalle, perché aveva visto un taglio, in essa, non uno strappo. E cercando, la meno destra dopo qualche secondo estrasse una busta, da cui spuntarono delle pagine di giornale che le fecero restare a bocca aperta.
-Come hai fatto? Sei straordinaria!
-Ho pensato ad un giubbotto che ho: nella tasca interna si è prodotto un buco e così un bel giorno ho sentito tintinnare delle monete, ma nelle tasche non vi era nulla: qualcosa tintinnava e poi si è materializzato, tra la fodera ed il tessuto del giubbotto.
E così si recarono dalla preside e consegnarono sia il registro che le foto.
La preside tutta contenta dette una pacca sulla spalla sinistra di Luca e disse che avrebbe preso seri provvedimenti.
L’indomani fu di parola: sei sospensioni e il resto, note, a catinelle.
Qualche giorno dopo finì la scuola, e la sera i due si ritrovarono a mangiare una pizza, sotto casa.
-Ti ricordi la promessa?
-Cosa?
-Che avresti fatto tutto quello che ti avessi chiesto.
-Ebbene?
Ebbene nelle ore successive e nei giorni che vennero dopo Agata e Luca si dettero a riguadagnare tutto il tempo perduto; e quando mancava la fantasia, Agata ricordava qualcosa che aveva visto in quella busta e la applicava.
Finì che si misero assieme e poi si sposarono.
Lieto fine.
E fecero anche un bebè. Che poi divenne un famoso investigatore.
Ma quella è un’altra storia.
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