La TEA nella sua collana di narrativa continua a proporre ai suoi lettori i gialli scritti con maestria da Gianni Simoni, un ex magistrato che nella sua lunga carriera ha portato avanti indagini importanti nella città di Milano.

Il terzo volume “targato” TEA è intitolato La morte al cancello ma in effetti è il quarto romanzo che ha come protagonista il commissario Miceli ormai quasi arrivato al traguardo della pensione. Miceli ha un “aiutante”, il suo amico Petri un ex giudice che trova interessante dare una mano nelle indagini.

Possiamo dire, senza tema di sbagliare, che nei gialli di Gianni Simoni c’è anche un terzo protagonista fisso, è la città di Brescia, la città natale dell’autore alla quale lo stesso continua a sentire un forte legame. La città della sua giovinezza e dove come giudice istruttore ha trascorso vari anni intensi della sua vita professionale.

Nel presente romanzo, in città avvengono due fatti criminosi apparentemente slegati fra di loro come l’uccisione di due innocui barboni e quella di una ricca e bella signora sposata con un medico.

Sono due casi che colpiscono l’interesse dei media e attirano l’attenzione pubblica.

Nelle indagini per i due barboni non ci sono sospettati, mentre per la morte della bella signora i sospetti si appuntano sul marito, sul giovane amante della donna e anche su altri.

La soluzione prenderà forma lentamente, seguendo percorsi pieni di ombre, come le vie di quella città, Brescia, che fa da inconfondibile sfondo alle indagini di Petri e Miceli.

L’autore:

Gianni Simoni è nato a Brescia ma vive a Milano dal 1985. E’ entrato in magistratura nel 1967, prima giudice istruttore a Milano e poi a Brescia dal 1974 al 1985. Si è occupato della maggior parte dei processi di sequestro di persona a scopo di estorsione e di alcuni dei processi "politici" di quegli anni, svolgendo indagini sulle cellule bresciane legate alle BR e a Prima Linea. Nel 1985 si trasferisce alla Procura Generale di Milano, tratta come pubblico ministero alcuni dei principali processi di criminalità organizzata e il processo d'appello per l'omicidio Ambrosoli.

Ha condotto l'inchiesta giudiziaria sulla morte di Michele Sindona nel carcere di Voghera.

Insieme a Giuliano Turone ha scritto Il caffe di Sindona (Garzanti), ha pubblicato il romanzo Un mattino d’ottobre (Foschi editore)

la “quarta”:

In una fredda notte bresciana la ricca e bella moglie di un medico molto in vista viene barbaramente uccisa davanti al cancello della sua villa. Qualche giorno più tardi i corpi senza vita di due senzatetto vengono ritrovati nella periferia della città. Due casi apparentemente lontanissimi, due casi che scottano sulla scrivania del commissario Miceli, perché rischiano di attirare troppo l’attenzione pubblica. Ma non sarà solo: al suo fianco ci sarà l’ex giudice Petri, che, sempre assetato di giustizia, nonostante l’età, e insofferente alla sua altrimenti noiosa vita da pensionato, non esita a buttarsi in una nuova indagine. Se il primo caso sembra non trovare risposta – chi poteva avercela con due barboni che non avevano mai dato fastidio a nessuno? – il secondo parrebbe averne troppe, perché molti potevano avere interesse a togliere di mezzo la bella signora: il marito, dall’alibi zoppicante, l’amante troppo giovane, il marito dell’amica assetato di soldi…

Gianni Simoni, La morte al cancello (2011)

TEA, collana Narrativa Tea, pagg. 371, euro 12,00

ISBN 978-88-502-2317-6