Tua di Claudia Piñedo, Feltrinelli 2011.
Ines Pereyra racconta in prima persona la sua storia. Moglie di Ernesto, una figlia Laura o Lali che sta per finire le superiori, mancanza di approccio sessuale e dunque il solito dubbio che attraversa le signore trascurate. Che ci sia un’altra?. E un’altra c’è, si firma “Tua” in certi biglietti d’amore scovati per caso. Il marito viene pedinato, si scopre un incontro con la segretaria (un classico) Alicia, lei lo vuole baciare, lui la respinge e va a finire che sbatte la testa su un sasso. Morta stecchita.
Da qui inizia la storia che si complica con la comparsa di una bella brunetta dalle tette a punta, Charo, ovverosia la nipote di Alicia, che potrebbe in qualche modo entrare in questa triste vicenda. Per non farla troppo lunga dirò che il corpo di Alicia, gettato da Ernesto nel lago Regatas dei Bosques de Palermo, viene ritrovato e allora incominciano i guai. E Ines prepara la sua vendetta.
A questa vicenda si alterna quella di Lali rimasta incinta e venuta a conoscenza del tradimento del padre attraverso telefonate alla madre del suo ragazzo. E si alternano pure le relazioni della polizia sul materiale rinvenuto in casa di Ines, praticamente articoli scientifici in cui si parla dei modi di morire, sulla rigidità del cadavere ecc…
A nudo la vita sentimentale di una donna che vorrebbe affetto e amore, i suoi ricordi di ragazza, di adolescente, le sue riflessioni sul matrimonio “Dopo vent’anni il matrimonio smette di essere quello che è per diventare quello che uno crede che sia” e quelle sulla figlia e sulla madre, sulle segretarie invidiose e ficcanaso. Un piccolo spaccato di una famiglia borghese in frantumi.
Tra le pieghe della vicenda, più o meno credibile, una specie di trattatello con filosofia spicciola. Nessuno è innocente e tutti siamo creature di Dio.
Bah…
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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