Lo scrittore islandese Arnaldur Indriðason è considerato, giustamente, uno dei migliori scrittori di romanzi gialli e thriller del Nord Europa ormai riconosciuto da vari anni come un serbatoio di ottimi scrittori del genere..
I suoi romanzi sono pubblicati da Guanda Editore che in questi giorni ha inviato in libreria il suo sesto romanzo dal titolo Un caso archiviato (Harðskafi, 2007).
Anche questo fa parte della serie dedicata al commissario Erlendur Sveinsson. La serie è composta dai seguenti titoli:
1997 - (Synir Duftsins) - non tradotto
1998 - (Dauðarósir) - non tradotto
2000 - (Mýrin) - Sotto la città
2001 - (Grafarþögn) - La signora in verde
2002 - (Röddin) - La voce
2004 - (Kleifarvatn) - Un corpo nel lago
2005 - (Vetrarborgin) - Un grande gelo
2007 - (Harðskafi) - Un caso archiviato
2008 - (Myrká) - inedito
2009 – (Svörtu loft) - inedito
Quella di Sveinsson è una figura molto ben descritta, un poliziotto dai modi spicci, quasi un duro, sembra insensibile alle vicende degli altri, ma poi si scopre che non è così. Molte ben delineate sono anche le figure dei suoi collaboratori e nei suoi romanzi l’autore da modo al lettore di scoprire le virtù e i “vizi” della società islandese.
Si può affermare che i suoi thriller sono originali e intelligenti, incentrati in modo particolare sulle personalità dei protagonisti. In patria ottengono un successo crescente e anche nel nostro paesi gli estimatori aumentano in maniera sempre crescente.
Nel presente romanzo tutto inizia con il suicidio di una donna che si impicca nella sua villetta estiva.
Durante le indagini viene ritrovato un nastro con la registrazione di una seduta spiritica alla quale ha partecipato la suicida. Dopo aver visionato la registrazione il detective Sveinsson vuole andare più a fondo nelle indagini e cercare di conoscere il passato della donna che si rivela tragico in quanto suo padre è morto annegato in circostanze non chiare, emerge anche l’ossessione della donna per l’aldilà e altre stranezze. Il detective inoltre, tormentato dai fantasmi del suo passato, torna a investigare su dei casi, non recenti, di persone scomparse senza lasciare tracce.
L’autore:
Arnaldur Indriðason è nato nel 1961 a Reykjavik, dove ha sempre vissuto. Si è dedicato alla scrittura, sia di romanzi che di sceneggiature, dopo aver lavorato come giornalista e critico cinematografico per la maggiore testata islandese, il «Morgunblaòiò». Ha iniziato la sua carriera di scrittore nel 1997 pubblicando il primo romanzo della serie dedicata al commissario Sveinsson. Ha vinto numerosi premi, fra i quali Glasnyckeln e Gold Dagger.
Vive a Reykjavík, è sposato e ha tre figli.
Guanda ha pubblicato Sotto la città, La signora in verde, La voce, Un corpo nel lago e Un grande gelo.
Arnaldur Indriðason vive a Reykjavik con la moglie e tre figli.
un brano:
"Karen aveva acceso la luce.
Da una delle robuste quattro travi a vista sul soffitto penzolava un corpo, di spalle.
Sconvolta, indietreggiando verso la parete aveva sbattuto la testa sul rivestimento in legno. Le si era annebbiata la vista.
Il corpo era appeso alla trave con una sottile fune blu, riflessa nella finestra buia del soggiorno. Non avrebbe saputo dire quanto tempo le era occorso per trovare il coraggio di avvicinarsi. In un attimo il tranquillo paesaggio del lago si era trasformato in un orrore che non avrebbe mai dimenticato. Ogni dettaglio le era rimasto inciso nella memoria. Lo sgabello della cucina, inopportuno in quel soggiorno così raffinato, capovolto sotto il cadavere. Il colore blu della fune. Il riflesso alla finestra. Il buio di Pingvellir. Il corpo immobile sotto la trave.
Si era avvicinata lentamente e aveva osservato il volto gonfio e bluastro. Il suo peggiore sospetto si era rivelato esatto. Era la sua amica. Maria."
la “quarta”:
In una fredda sera d’autunno una donna viene trovata impiccata nella sua villetta estiva a Pingvellir. Tutto sembra confermare l’unica ipotesi plausibile: suicidio. Ma quando Erlendur Sveinsson, detective della polizia di Reykjavík, viene in possesso della registrazione di una seduta spiritica alla quale la donna aveva partecipato poco prima di morire, prova il bisogno irrefrenabile di conoscere la sua storia e di scoprire perché la sua vita si è conclusa in maniera tanto tragica e improvvisa.
Emergono così, a poco a poco, i retroscena del suo gesto: l’annegamento del padre, avvenuto molti anni prima in circostanze poco chiare, fa da sfondo a oscuri presagi di morte e all’ossessione della donna per l’aldilà e per certe strane «presenze». Nel frattempo, Erlendur riprende in mano alcuni vecchi casi di persone scomparse senza lasciare traccia. Un pensiero fisso percorre silenzioso le sue indagini: la nostalgia straziante per qualcuno che si è perso chissà dove e non è più tornato a casa. Vero e proprio lupo della steppa, antieroe scettico e ombroso, il detective islandese riflette sul filo sottilissimo che divide la vita dalla morte, sulla tensione fra il destino e le scelte che possono modificare per sempre la nostra esistenza. I laghi islandesi, placidi e funesti, sono gli enigmatici protagonisti di questo autunno nordico: quando si trova il coraggio di guardare oltre la superficie, nodi invisibili e lontanissimi si riallacciano, e i fantasmi trovano finalmente pace.
Arnaldur Indriðason, Un caso archiviato (Harðskafi, 2007)
Traduzione Silvia Cosimini
Guanda Editore, collana Narratori della Fenice, pagg. 303, euro 18,00
ISBN 978-88-6088-108-3
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