Sarei dovuto restare a casa di Horace McCoy, BUR 2010, Postfazione di Giancarlo De Cataldo.
Horace McCoy (1897-1955) mica è l’ultimo arrivato. Vita incasinata: aviatore in guerra (si becca pure una medaglia), giornalista, attore (mancato), sceneggiatore, fonda un giornale, tennista (bloccato da un infortunio), pubblica racconti sulla famosa “Black Mask”, fa pure il buttafuori, il ghostwriter e, naturalmente, lo scrittore (pure fissato collezionista di dischi). Da ricordare “Un bacio e addio” e Non si uccidono così anche i Cavalli?”.
Qui abbiamo Ralph Carston, ventidue anni e Mona Matthews, comparse cinematografiche a Hollywood (1938). Con tutta la loro voglia di trovare un lavoro fisso e sfondare nel mondo luccicante degli attori. Ma questo è un mondo falso, subdolo dove vivono vecchie ninfomane come la signora Smithers che passano da un amante all’altro, che promettono e non mantengono. Il mondo delle ville con piscine, della seduzione, della moralità sotto i piedi. Il mondo delle illusioni per cui si può anche uccidere impiccandosi (episodio di Dorothy). L’unica possibilità è entrare nella logica di questo mondo, diventarne uno dei suoi personaggi come Johnny Hill, l’amico di Mona che vorrebbe scrivere un libro sulla società devastante del cinema e si ritrova amante della Smithers.
Prosa sicura, veloce, dialoghi martellanti che mettono a nudo il mondo marcio di Hollywood. Ralph il puro, l’ingenuo che crede negli altri, la sua matta voglia di sfondare “Voglio diventare una star, voglio diventare famoso” (se ce l’ha fatta Gary Cooper…). Mona la forte, la ribelle, la critica, anche lei costretta a mettere da parte i suoi progetti (si sposa attraverso una rubrica di cuori solitari). “Sarei dovuto restare a casa” dice alla fine il nostro giovanotto, pure un po’ razzista (viene dal sud). Fine del Sogno americano.
Ma non del tutto. Perché qualcuno, “forse quello stesso giorno, da un momento all’altro, un regista” lo avrebbe notato. Cocciuto, eh…
A leggerlo oggi il libro non è che produca un grande effetto. Ma se inquadrato nel giusto contesto storico allora è un’altra cosa.
Sito dell’autore www.libridiscacchi.135.it
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