Il mistero di White Cottage di Margery Allingham, Mondadori 2010.
Quando si dice il Destino. Una ragazza che ha bisogno di un passaggio per White Cottage, il giovanotto Jerry Challoner pronto al servizio, un grazie e arrivederci, il temporale che arriva, Jerry che si ferma per tirare su la capote della macchina ed ecco spuntare un’altra ragazza di corsa con il morto assassinato pronto fumante: il signor Eric Crowther, dilaniato da un colpo di schioppo appoggiato su un tavolo, proprio a White Cottage.
Ad indagare W.T. Challoner, padre del nostro giovanotto, soprannominato “Segugio”, un uomo “dalla faccia liscia e fresca, l’espressione inoffensiva, i capelli bianchi, gli occhi scintillanti e un modo di fare bonariamente paterno”. Sulla sessantina con passo sempre scattante e una “possente muscolatura del dorso”.
Padroni di casa Roger William Christiansen e la moglie Grace. Altri personaggi: sua sorella Norah, la figlioletta Joan Alice, Estah Phillips la bambinaia, Kathreen Goody la cameriera, Doris James la cuoca, Clarry Gale (ex William Lacy) domestico con passato burrascoso.
A Dene, dove viveva il fu Crowther, c’è pure l’italiano Cellini che sparisce improvvisamente. Primi spunti: il morto stava sulle scatole a tutti ed asfissiava di continuo la signora Grace; il tappeto di velluto che copre il tavolo praticamente in pezzi, il morto arrivato con lo schioppo e suo scontro verbale con Roger costretto sulla sedia a rotelle.
Di mezzo pure una fantomatica Società degli Incontrastabili per la quale sembra che lavori il nostro italiano scappato in tutta fretta. Qualche battibecco tra i due Challoner con il figlio che si becca la parte di Watson, ricatti e innamoramento, una frase rivelatrice per scoprire l’assassino dal trattato “Psicologia criminale” di Gross.
Critica della società “una rete di piccoli intrighi, alcuni innocenti, altri gravi, e tutti continuano a svolgersi nel buio appena al di sotto della superficie” (oggi pure tranquillamente alla luce del sole…), finale a sorpresa ma certamente non nuovo.
Molti dialoghi, brevi spunti sull’ambiente. Un’opera diligente senza troppe pretese come sono, in genere, le opere della Allingham (gusto personale).
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